Dipendente comunale ucciso a Petronà, omicida resta in carcere
Ha confermato quanto già riferito ai carabinieri quando si è costituito Francesco Rocca, boscaiolo di 37 anni, accusato dell'omicidio di Claudio Rizzuti, 57 anni, dipendente comunale di Petronà, ucciso nel pomeriggio di venerdì a colpi di fucile nella piazza del paese in provincia di Catanzaro. L'uomo - scrive l'Agi - è stato interrogato oggi per rogatoria dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Livio Sabatini, che ha convalidato il fermo. Gli atti a questo punto passeranno al gip di Crotone - poiché anche se Petronà si trova in provincia di Catanzaro la competenza giudiziaria è del tribunale della città pitagorica -, e sarà quest'ultimo ad emettere il provvedimento cautelare definitivo.
Rocca, affiancato dall'avvocato Luigi Falcone, ha ricostruito la lunga serie di dissidi e litigi avuto con Rizzuti - nell'ambito dei quali i problemi passionali dovuti a una storia ormai passata tra la vittima e la moglie dell'aggressore sarebbero stati solo un'aggravante -, raccontando di aver più volte subito minacce da quest'ultimo, proprio come avvenuto venerdì, quando Rocca sarebbe stato per l'ennesima volta gravemente intimidito dal 57enne, anche con una pistola, al punto da decidere di uscire di casa portando in auto un fucile per paura.
Poi, percorrendo la strada del centro e notando il rivale, Rocca avrebbe completamente perso la testa, sarebbe sceso dall'auto sparandogli contro due colpi, davanti ai numerosi passanti, per poi allontanarsi, sempre secondo quanto raccontato in aula, in stato di choc e disperato per ciò che aveva fatto, dirigendosi dai carabinieri per costituirsi. Questa la versione dell'indagato che resta dunque in carcere in attesa degli sviluppi dell'inchiesta che dovrebbe comunque concludersi a stretto giro.