Rocca Imperiale: grandissimo successo per il Festival “Il Federiciano”

Cosenza Tempo Libero

Si è appena conclusa la VII edizione del Festival “Il Federiciano” a Rocca Imperiale, dove ancora si respira la magia della poesia. I suoi vicoli, l’imponente Castello Svevo, il Monastero dei Frati Osservanti, il mare sono stati presi d’assalto da persone provenienti da tutta Italia, e oltre, con in comune la passione per la poesia, la cultura, la musica e l’arte in generale. Durante i giorni del festival, dal 22 al 30 agosto, con record d’affluenza nelle due giornate di premiazione del concorso di poesia, negli attesi incontri con Mogol e Omar Pedrini, Pupi Avati, Laura Valente ed Emanuela Aureli, più le partecipazioni alle numerose manifestazioni del ricco cartellone, sono state raggiunte ben 15.000 presenze, registrando anche il pieno delle strutture ricettive di Rocca Imperiale e dei paesi limitrofi.

Il delizioso borgo calabrese, dalla notoria caratteristica di essersi trasformato in un’antologia a cielo aperto, con i componimenti poetici pubblicati su stele di ceramica maiolicata affisse alle abitazioni delle case, quest’anno ha aggiunto nei suoi vicoli le due poesie vincitrici del concorso, Ora d’aria di Giuseppe Minniti e Settembre 1939 di Daniela Ferraro, l’inedito E noi del Cinema Italiano di Pupi Avati in cui il regista bolognese ha ricordato il soggiorno a Rocca Imperiale per le riprese del suo prossimo film Le nozze di Laura, e la poesia Il tempo non è un risultato del cantautore Mango.

I nove giorni di festival, organizzato dalla Aletti Editore con il patrocinio del Comune guidato dal sindaco Giuseppe Ranù, hanno animato la quotidianità di Rocca Imperiale, tra salotti letterari (da ricordare anche i due appuntamenti con Alessandro Quasimodo), reading poetici (anche in spiaggia, per manifestare in difesa dello Jonio minacciato dalle trivelle petrolifere), gare poetiche, musica (con il suggestivo concerto al pianoforte del jazzista Claudio Cojaniz che ha suonato fino al tramonto sulla spiaggia di Rocca Imperiale e la partecipazione del bluesman Paolo Bonfanti), spettacoli, coreografie e performance di artisti di strada, teatro (con la rappresentazione Canto d’un poeta che se ne muore della Compagnia degli Innamorati Erranti), cinema (nella serata dedicata alla beat generation con la proiezione del film Bomb! del giovanissimo regista calabrese Matteo Scarfò sulla vita di Gregory Corso, poeta statunitense della beat generation anch’egli di origine calabrese); tutti appuntamenti frequentatissimi che hanno arricchito la rassegna collegando la poesia alle altre espressioni artistiche, in un ampio e appetibile circuito di fruizione culturale.

Da quest’anno è stato assegnato anche un riconoscimento speciale, la targa di «Custode», per i giornalisti, i sostenitori e i simpatizzanti del progetto «Il Paese della Poesia» che, con il loro operato, hanno contribuito alla promozione della manifestazione, diventata ormai anche momento privilegiato per incontri umani che durano al di là dell’evento in sé. Durante la rassegna ogni anno, infatti, nascono amicizie ed empatie tra i frequentatori del festival, che si danno appuntamento all’anno seguente.