Valentino, Cgil: “Giovani e lavoro: finchè c’è nero c’è speranza”
“La Calabria - si sa - è la terra dei paradossi e delle contraddizioni. Metti per esempio le leggi che tutelano i lavoratori e chi le dovrebbe applicare.
Succede in molte aziende pubbliche, nella sanità in maniera particolare, che per far quadrare i conti si utilizzino giovani definiti "volontari" ma che in realtà sono lavoratori in nero mascherati. Come si fa ad affermare che esistano volontari presso un laboratorio di analisi o in un reparto qualsiasi di un Ospedale dove si è sottoposti ad orari di lavoro, direttive, turni, responsabilità? E' normale che i volontari esistano nelle organizzazioni partitiche, nei movimenti, nei sindacati, tra le associazioni umanitarie ma non in una fabbrica o in un'azienda”. E’ quanto si legge in una nota di Giuseppe Valentino Segretario Generale CGIL Catanzaro.
“Praticamente – continua la nota - le Istituzioni negano sé stesse. Esiste difatti una delibera regionale vigente (che recepisce una normativa nazionale) che norma i tirocini formativi sui luoghi di lavoro che viene completamente disattesa in tutte le strutture sanitarie (e non solo) del catanzarese. Ai giovani tirocinanti spetterebbe un compenso minimo di 400€ mensili più le assicurazioni sanitarie e previdenziali. Quando la CGIL ha chiesto conto della palese violazione alle Istituzioni interessate la risposta è stata unanime: se applicassimo la legge, sforeremmo la spesa sanitaria. Quindi per evitare danni al sistema sanitario - che si regge anche sul lavoro di questi giovani - i tirocinanti devono essere privati di diritti, tutele e salario.
La CGIL continuerà la battaglia per il rispetto delle regole e per la regolarizzazione di questi giovani lavoratori, sapendo che per vincerla molto dipenderà dall'atteggiamento che gli interessati terranno; se si resta zitti ad aspettare che le cose cambino da sole sarà difficile che questo accada. E se qualcuno un giorno chiederà - come accade spesso - dov'era il sindacato, noi risponderemo, sempre dalla stessa parte, quella del lavoro”.