Lavoro nero e caporalato: in Calabria scoperti 300 irregolari, denunciati 65 datori
Nei mesi di luglio, agosto e settembre, i Carabinieri per la tutela del lavoro, hanno sottoposto a controllo 391 aziende, verificando le posizioni lavorative di circa 2mila lavoratori, scovandone circa 300 in nero e denunciando 65 datori di lavoro, in gran parte per l'inosservanza della normativa sulla sicurezza; numerose anche le violazioni contestate al Testo unico sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, con multe elevate per oltre 800 mila euro.
I Nuclei operativi dei Gruppi tutela lavoro di Milano, Roma e Napoli, con competenza interregionale, hanno operato nelle province di Reggio Calabria, Crotone, Cosenza, così come di Napoli, Matera, Lecce, Foggia, Firenze, Macerata, Bologna e Asti, di concerto con le Direzioni interregionali del lavoro.
Dopo un'attenta attività preliminare di analisi per individuare gli obiettivi più importanti, i militari hanno eseguito altrettante ispezioni in aziende di vari settori. Si tratta di servizi predisposti nell'ambito della pianificazione trimestrale del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (da cui i Carabinieri per la tutela del lavoro dipendono funzionalmente), che dal 2010 vengono effettuati nei settori che destano maggiore allarme sociale in ragione anche della stagionalità di alcune attività produttive.
In particolare i Carabinieri ispettori del lavoro hanno denunciato oltre 60 persone, responsabili di somministrazione o utilizzazione illecita o fraudolenta di manodopera, di lavoro nero con la correlata evasione ed elusione contributiva e di numerose violazioni al Testo Unico per l'Immigrazione, per aver favorito l'immigrazione clandestina ovvero impiegato illecitamente extracomunitari privi del permesso di soggiorno. Per l'impiego di manodopera in nero sono state sospese 52 attività imprenditoriali, in diversi settori, dal tessile all'agricoltura sino ai pubblici esercizi, ed elevate sanzioni amministrative pari a 1.263.947 euro.