Case di riposo sotto la lente dei Nas: carenze e cibo scaduto in una struttura abusiva, era stata chiusa
Il progressivo aumento della diffusione epidemica da COVID-19 ha condotto i Carabinieri dei NAS ad intensificare i controlli presso le strutture sanitarie e socio-assistenziali di tutto il territorio nazionale.
Proprio tale attività - scattata su esplicita richiesta del Ministro della Salute, Roberto Speranza - nella scorsa settimana ha portato i NAS di Reggio Calabria a scoprire una struttura che operava abusivamente nel reggino.
I FATTI
L’attività era già passata alla cronaca nel maggio 2020 poiché un’ordinanza comunale aveva disposto la chiusura per inefficienze riscontrate.
La responsabile della struttura - secondo quanto appurato dai Nas - avrebbe continuato l’esercizio di assistenza agli anziani, ospitando peraltro 12 degenti anziché 6, seppure in presenza di carenze strutturali ed organizzative, mancanza di personale qualificato e presenza di alimenti in cattivo stato di conservazione e scaduti di validità, destinati alla somministrazione degli ospiti.
Al termine dell’intervento ispettivo, la donna è stata denunciata ed è stato eseguito il sequestro penale della struttura.
FARMACI SCADUTI IN UNA STRUTTURA DI CATANZARO
Sempre in tale ambito, i NAS Catanzaro hanno rivolto la loro attenzione agli alloggi per anziani del territorio di competenza rinvenendo nell’infermeria di una comunità alloggio 9 confezioni di medicinali scaduti.
I RISULTATI DEI CONTROLLI SUL TERRITORIO NAZIONALE
Su tutto il territorio nazionale l’attività ha visto eseguite 232 ispezioni tra case di riposo per anziani e strutture sanitarie: in 37 strutture sono state riscontrate irregolarità, contestando, complessivamente, 59 violazioni, di cui 9 penali e 43 amministrative, deferendo all’autorità giudiziaria 11 persone e segnalandone ulteriori 42.
In particolare, gli esiti hanno evidenziato 24 violazioni in materia di misure di prevenzione alla diffusione da COVID-19 (pari al 40% complessivo delle irregolarità riscontrate), riconducibili all’assenza di piani preventivi anti-COVID e, in 9 episodi, alla loro mancata attuazione, come l’individuazione di percorsi e aree dedicati, le modalità di gestione dei casi e di comunicazione all’autorità sanitaria, la programmazione delle fasi di pulizia e sanificazione, le prescrizioni per l’accesso dei visitatori in condizioni di sicurezza.
In misura minore sono state rilevate anche infrazioni relative al possesso e uso di adeguati Dispositivi di Protezione Individuale da parte degli operatori, sia assistenziali che impiegati in altre mansioni, alla formazione dei dipendenti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e alla presenza di igienizzanti e disinfettanti.
Oltre ai controlli tesi a tutelare la salute degli anziani e disabili esposti a potenziale rischio di contagio da COVID-19, le verifiche hanno evidenziato anche 35 irregolarità inerenti al livello di assistenza fornita agli ospiti e l’adeguatezza strutturale dei locali, individuando operatori privi di adeguata qualifica professionale, presenza di un numero superiore di anziani rispetto al limite previsto e carenze igieniche nella preparazione dei pasti.
In 4 situazioni sono emerse criticità particolarmente gravi tali da richiedere un immediato provvedimento di sospensione dell’attività assistenziale.