Argentina al voto, in corsa anche un calabrese
Dopo 12 anni di "kirchnerismo", l'Argentina volta pagina con le elezioni di domani che vedono favorito Daniel Scioli, del Frente para la Victoria, che rappresenta la continuità con l'attuale governo. Scioli viene dato al 40%, seguito dall'oppositore Mauricio Macri della coalizione Cambiemos, con un 30%, e da Sergio Massa, della coalizione Una, con il 20 per cento. La vera incognita è se si arriverà o meno al ballottaggio, che si terrà il 22 novembre se nessuno raggiunge il 40% dei voti e un vantaggio di almeno il 10% sul secondo classificato.
I 32 milioni di argentini chiamati alle urne dovranno scegliere fra tre candidati tutti di origine italiana, anche se nessuno eguaglia per passione, carisma e oratoria la presidente uscente Cristina Fernandez Kirchner che ha guidato il Paese dal 2007, subentrando al marito Nestor Kirchner alla Casa Rosada e tuttora forte di una popolarita' attorno al 50%. Quella dei Kirchner è stata una "rivoluzione patriottica", in cui disoccupazione e poverta' sono diminuite (anche se i dati sui poveri non vengono diffusi dal 2013), è stato introdotto l'assegno familiare per i figli, la copertura pensionistica è diventata quasi universale, sono riprese le trattative salariali, i militari colpevoli di violazioni dei diritti umani durante la dittatura (1976-1983) sono stati processati e sono state approvate leggi come il matrimonio gay.
Scioli è l'attuale governatore della provincia di Buenos Aires e si presenta come il garante della continuità rispetto al resto dell'America Latina, come difensore del Mercosur e dell'Unasur. Suo principale rivale è l'ingegnere Mauricio Macri, ex sindaco di Buenos Aires, di origini calabresi, paladino degli imprenditori e dalla classe media della capitale e di tutta la provincia. Nel suo programma ha promesso di non stravolgere le riforme kirchneriane, quindi non ritirerebbe i piani sociali, nè riprivatizzerebbe l'industria petrolifera Ypf o Aerolineas Argentinas.
Sergio Massa, ex capo di gabinetto di Cristina Fernandez dal 2008 al 2009, si pone a metà tra il "macrismo" e lo "sciolismo": nelle sue liste ci sono dirigenti peronisti che hanno sostenuto il Frente para la Victoria in passato e non si oppone al kirchnerismo come Macri. Secondo Bacman, Massa sta guadagnando terreno negli ultimi sondaggi, non abbastanza per aggiudicarsi il secondo posto ma quanto basta per ostacolare l'ascesa di Macri.