L’Italia torna alle urne dopo il lockdown, così si voterà anche in Calabria
L’Italia torna al voto dopo un lungo periodo di lockdown ma, soprattutto, con alle spalle e ancora davanti lo spettro dell’epidemia da Covid19.
La nazione intera è chiamata innanzitutto ad esprimersi, nella sua totalità, sul quesito proposto dal referendum costituzionale, quello che per sintesi riguarda il taglio dei parlamentari, mentre in sette regioni si decideranno i rinnovi dei rispettivi Consigli Regionali e in altre due si voterà per le suppletive per il Senato della Repubblica.
L’appuntamento di election day è poi per la scelta dei sindaci e relativi Consigli comunali di un migliaio di enti in tutto il Paese tra cui 73 della Calabria, compresi due capoluoghi, ovvero Crotone e Reggio Calabria.
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[>] Le Liste e i Candidati Sindaco calabresi [QUI]
[>] Il testo di legge costituzionale e il referendum [QUI]
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IL CORPO ELETTORALE
Quanto agli aventi diritto, al referendum saranno chiamati ad esprimersi 46,6 milioni di italiani - 22,4 milioni sono uomini e 24,1 milioni donne - mentre 4,6 di milioni sono i votanti dall’estero; suddivisi tutti su 61.567 seggi.
Oltre 18 milioni sono invece i connazionali che dovranno rinnovare i Consigli Regionali della Valle D’Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia. Le suppletive si terranno in Sardegna e Veneto.
Quanto alle amministrative, nella nostra regione gli elettori che potranno presentarsi alle urne sono quasi 500 mila (499.120) divisi su 674 sezioni, e dovranno scegliere rispettivamente i propri rappresentanti in 16 enti del catanzarese, 19 del cosentino, 5 del crotonese, 12 del vibonese e 21 del reggino.
Due invece i Comuni, quello di Cenadi nel catanzarese e San Lorenzo nel reggino, dove non sono state presentate alcune liste e per cui non si terranno le relative consultazioni.
Per il referendum costituzionale la scheda elettorale è di colore celeste. Per le elezioni comunali la scheda è di colore azzurro.
AMMISSIONE AL VOTO ELETTORI
Sono ammessi a votare, sia per il referendum costituzionale che per le elezioni comunali, gli elettori che alla data del 20 settembre 2020 abbiano compiuto diciotto anni di età e siano in possesso della tessera elettorale personale e di un valido documento di identificazione.
In considerazione dell’attuale situazione di emergenza sanitaria, gli elettori sono ammessi nel seggio elettorale se muniti della mascherina di protezione sul viso e dopo essersi disinfettati le mani con l’apposito gel igienizzante all’ingresso del seggio stesso.
Sul sito istituzionale del Ministero dell’Interno www.interno.it è possibile consultare le modalità di voto per il referendum e per le altre elezioni che avranno luogo nella stessa data.
LA TESSERA ELETTORALE
Si ricorda che gli elettori, per poter esercitare il diritto di voto presso gli uffici elettorali di sezione nelle cui liste risultano iscritti, dovranno esibire - oltre ad un documento di riconoscimento valido - la tessera elettorale personale.
Al fine di agevolare il rilascio delle tessere non consegnate o dei duplicati, gli uffici comunali saranno aperti anche venerdì 18 e sabato 19 settembre, dalle 9 alle 18, e domenica 20 e lunedì 21 per tutta la durata delle operazioni di voto (dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì).
Gli elettori sono invitati a verificare tempestivamente di essere in possesso della tessera elettorale e che sulla stessa non risultino esauriti gli spazi per la certificazione dell’esercizio del diritto di voto; ciò al fine di richiedere, dove necessario, il rilascio del duplicato al più presto, evitando di concentrare tali richieste nel giorno della votazione.
I DIVIETI NELLA CABINA ELETTORALE
Si rammenta che, per assicurare la libertà e segretezza dell’espressione del voto nelle consultazioni elettorali, il decreto-legge 1° aprile 2008, n. 49, convertito, senza modificazioni, dalla legge 30 maggio 2008, n. 96, all’art. 1, comma 1, ha fatto divieto di introdurre all’interno delle cabine elettorali “telefoni cellulari o altre apparecchiature in grado di fotografare o registrare immagini”.
Pertanto, l’elettore all’atto della presentazione del documento di identificazione e della tessera elettorale dovrà consegnare al Presidente del seggio le apparecchiature delle quali sia in possesso e che saranno restituite, insieme al documento di identificazione e alla tessera elettorale, dopo l’espressione del voto.
Per le violazioni è prevista la sanzione dell’arresto da tre a sei mesi e dell’ammenda da 300 a 1.000 euro (art. 1, comma 4, D.L. citato).
LE COMUNALI
QUANDO SI VOTA
Si voterà dunque il 20 e 21 settembre. I seggi saranno aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15.
Alle amministrative possono votare tutti i cittadini che hanno compiuto i 18 anni e iscritti nelle liste elettorali del comune di residenza.
Bisognerà recarsi al seggio portando un documento di riconoscimento, la tessera elettorale e per queste elezioni anche la mascherina.
Non si potrà accedere ai seggi in caso di febbre sopra i 37,5 gradi e all’interno dello stesso seggio bisognerà rispettare la distanza di sicurezza di un metro dagli altri elettori e di due metri dagli scrutatori.
COME SI VOTA
La legge elettorale varia in base al numero di abitanti delle città coinvolte. In ogni caso si esprime il proprio voto apponendo una “X” sul nome del sindaco oppure sulla lista a suo sostegno, con la possibilità di esprimere la preferenza per un candidato consigliere.
Per i Comuni sotto i 15mila abitanti non è previsto il ballottaggio, se non in caso di parità assoluta tra i due candidati. Vince chi ottiene un voto in più. Non è previsto in questo caso il voto disgiunto e la lista vincente ottiene due terzi dei seggi. L’elettore deve tracciare un segno o sulla lista o sul nome del sindaco (o su entrambi).
Nei Comuni con più di 15mila abitanti il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti, ovvero il 50% più uno, viene eletto sindaco altrimenti è previsto il ballottaggio tra i due candidati più votati.
L’elettore può votare per un candidato sindaco, per una lista che lo sostiene o per entrambi, potendo anche esprimere due preferenze per i candidati consiglieri.
Previsto anche il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare per un candidato sindaco e per una lista che non lo sostenga. Sempre nei comuni sopra i 15mila abitanti si possono esprimere due preferenze, bisogna quindi indicare i nomi di due candidati di sesso diverso ma della stessa lista. Alle liste che sostengono il sindaco eletto verranno assegnati almeno tre quinti dei seggi.
Nei comuni fino a 5mila abitanti è possibile esprimere una sola preferenza. Sopra i 5mila abitanti e fino a 15mila è possibile esprimere due preferenze rispettando il criterio delle preferenze di genere (nella formazione delle liste deve essere rispettato anche il criterio delle quote rosa).
Sopra i 15mila abitanti, invece, le preferenze restano due (con la doppia preferenza di genere obbligatoria), ma si può anche ricorrere al voto disgiunto.
Per indicare la preferenza bisogna indicare il cognome del candidato o candidata scelti e in caso di possibile omonimia serve scrivere nome e cognome.
COME SI ASSEGNANO I SEGGI
Nei Comuni fino a 15mila abitanti, alle liste collegate al sindaco eletto vengono assegnati due terzi dei seggi totali, mentre gli altri seggi vengono ripartiti proporzionalmente tra le altre liste.
Nei Comuni con più di 15mila abitanti esiste una soglia di sbarramento: vendono escluse cioè le liste che ottengono meno del 3% dei voti validi e che dunque non entreranno in Consiglio comunale.
Le liste collegate al sindaco eletto con almeno il 40% dei voti si vedranno assegnare il 60% dei seggi grazie al premio di maggioranza.
Il numero di consiglieri comunali varia in base alla popolazione: si va da un minimo di 10 a un massimo di 48 eletti. Per i capoluoghi il numero di consiglieri è di 32, in città con più di 250mila abitanti si sale a 36, per arrivare a 40 in quelle sopra i 500mila abitanti.
IL REFERENDUM
COSA SI VOTA
Si tratta in questo caso di un referendum costituzionale confermativo con la finalità di approvare o meno una riforma della carta fondamentale dello Stato.
Gli elettori sono quindi chiamati a confermare o bocciare la riforma degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione, approvata dal Parlamento nel 2019 e che prevede il taglio dei parlamentari.
La proposta è difatti di ridurne il numero attuale da l’attuale da 945 a 600, per un totale di 400 deputati (ad oggi sono in tutto 630) e di 200 senatori (al momento sono 315), mantenendo i senatori a vita (sebbene a riducendone il numero, al massimo di 5 in totale).
Viene anche prevista una diminuzione dei parlamentari all’estero: i deputati scenderebbero da 12 a 8 e i senatori da 6 a 4.
Innanzitutto va specificato che trattandosi di un referendum costituzionale confermativo non è previsto un quorum minimo: l’esito sarà valido anche se non si raggiungerà il 50% più uno dei votanti.
Gli elettori riceveranno una sola scheda di colore verde chiaro su cui è apposto il seguente quesito:
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n.240 del 12 ottobre 2019?»
Se si traccia una croce sul “Sì” si esprimerà la propria volontà di approvare la riforma, se si traccia la croce sul “No” si sceglie di bocciare la modifica costituzionale. Se si barreranno entrambe le caselle il voto sarà nullo.
LO SPOGLIO DELLE SCHEDE
Lo spoglio delle schede inizierà lunedì 21 settembre e si inizierà da quelle del referendum costituzionale. Si passerà poi alle regionali nelle sette Regioni in cui si voterà.
Per le comunali, invece, l’orario di inizio dello spoglio dovrebbe essere indicativamente le ore 9 di martedì 22 settembre.
I risultati definitivi, quindi, potrebbero arrivare tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio di martedì. Inoltre, in caso di ballottaggio il secondo turno si terrà il 4 e 5 ottobre.