Fibrosi cistica: sit-in di protesta di pazienti e familiari calabresi a Lamezia
Sit-in di protesta dei pazienti del centro regionale fibrosi cistica e dei loro familiari presso la direzione sanitaria dell’ospedale di Lamezia Terme, dove è ubicato il centro stesso. Una loro delegazione ha incontrato Domenico Tomaino, direttore dell’ospedale di Lamezia Terme, Carmine Dell’Isola, direttore sanitario dell’ Asp di Catanzaro e Giuseppe Perri, commissario straordinario della stessa Asp, che ha preso l’impegno di riferire le loro istanze a Massimo Scura, commissario per l’attuazione del piano di rientro. I pazienti hanno richiesto anche la presenza dei medici del centro.
L’incontro si è svolto in un clima costruttivo, i pazienti hanno ricevuto rassicurazioni sulla sorte del centro e sul suo mantenimento: restano in attesa di atti concreti. Questa mattina sono arrivati da tutta la regione. Assente la Lega Italiana Fibrosi Cistica - Calabria, dalla quale pazienti e familiari continuano a non sentirsi tutelati e rappresentati.
All’incontro pazienti e famiglie hanno ricevuto rassicurazioni, ma puntualizzano che, nonostante i provvedimenti previsti, il personale medico e infermieristico continuerà a essere sotto organico rispetto agli standard europei. Ribadiscono, inoltre, che la fibrosi cistica è una patologia molto grave per la quale è necessario personale specializzato.
Pazienti e famiglie chiedono che il personale sia potenziato e stabilizzato in modo da garantire la tenuta del centro che dipende dalle persone che vi lavorano. Nello specifico, questa mattina è stato loro garantito che la chiusura del centro fibrosi cistica regionale non è all’orizzonte, che la dottoressa Madarena farà 30 ore nel centro e 6 in pediatria, che sarà inviato uno pneumologo in sostituzione della dottoressa Vonella, costretta, suo malgrado, a emigrare in Lombardia, nonostante la specializzazione acquisita tramite i master pagati con i fondi della legge 548/93, dopo due anni di precariato e numerose chiamate rifiutate in regione e fuori regione. Per quanto riguarda gli infermieri, alla delegazione è stato comunicato che l‘azienda ha provveduto a integrare il personale infermieristico, oggi sotto organico per motivi contingenti, con l’invio di una unità, anche se a oggi non è ancora arrivata presso il centro. Ad ogni modo, anche con l’invio di questa unità, gli infermieri continuano a essere 5, mentre secondo gli standard europei dovrebbero essere 6.
I pazienti erano allarmati per la sospensione dei ricoveri per carenza di personale medico e infermieristico, partita da venerdì scorso. In effetti, per loro, il problema principale del centro è l’insufficienza del personale medico e infermieristico e la precarietà (fino a oggi, 3 dottoresse su 3 e il fisioterapista precari). Inoltre, l’accorpamento a pediatria, previsto nel decreto n.9 del 2 aprile 2015, rischia di far indietreggiare la cura di decenni. Sperano, quindi, che il personale diventi stabile in modo da garantire continuità e che l’accorpamento a pediatria sia revocato, come, peraltro, è stato accennato questa mattina.