Incontro dell’arcivescovo Morosini con i docenti dell’ic Falcomatà-Archi
“Educare e formare i giovani a superare la paura del futuro, incoraggiarli a mettersi in relazione l’uno con l’altro per costruire insieme un percorso di crescita nei valori positivi della solidarietà e del rispetto della dignità umana”: è questo uno dei compiti affidati dall’arcivescovo metropolita monsignor Giuseppe Fiorini Morosini ai docenti dell’ic “Falcomatà Archi” nel corso dell’incontro tenuto ieri sera nell’aula magna del plesso Ibico-Pirandello al rione San Brunello.
Un incontro tra l’arcivescovo Fiorini Morosini e il corpo docente guidato dalla dirigente Serafina Corrado che in pratica ha rappresentato l’adesione del mondo della Chiesa reggina al Patto Territoriale Educativo lanciato a settembre dalla “Falcomatà Archi” per il triennio 2015-2017. Patto educativo che nei giorni scorsi aveva avuto la sottoscrizione del Comune, del Tribunale, di diverse associazioni di volontariato e di impegno alla cittadinanza attiva tra cui l’associazione “Libera” ed altre agenzie educative presenti nel popoloso triangolo dei quartieri Santa Caterina San Brunello e Archi.
Il discorso di monsignor Morosini è stato svolto anche come docente considerato che per venticinque anni è stato insegnante di religione prima, e di filosofia poi, ed ha molto puntato sulla relazione particolare che deve esserci tra la scuola e la famiglia.
“Oggi i giovani vivono un forte disagio sociale ed hanno paura del futuro – ha detto Morosini - e questo è un problema degli adulti che hanno rinunciato ad educare. L’allentamento del vincolo familiare rende i figli insicuri, e la paura di perdere l’affetto dei figli induce i genitori a rinunciare al ruolo educativo. Vengono accontentati in tutto e così i genitori fanno finta di non vedere il disagio che i loro figli vivono nella società. Per questo dico che non è opportuno essere amici dei figli, ma ci si deve riappropriare del ruolo di padre e madre amorevoli che accompagnano i figli nella loro crescita di persona e di cittadino”. In questa dimensione il presule si è perciò soffermato sul concetto di “centralità della persona umana”: “è un discorso laico e non religioso” ha precisato per affermare come lo “stare in relazione con gli altri è meglio. Nel momento in cui io riconosco che la dignità che è in me si trova anche nell’altro, io così accetto la relazione”. Riassumendo la parola di Gesù del “Non fare all’altro quello che non vuoi che venga fatto a te”, è anche compito dei docenti “fare capire al ragazzo che la libertà non è assoluta. Ai ragazzi che oggi vivono di sentimenti, compito educativo è indicare loro che i desideri vanno misurati con i valori, indirizzarli a cercare la verità lungo un cammino dove è centrale il rispetto della dignità della persona, e si realizza dunque la centralità della persona”.
Vivo e cordiale ringraziamento per l’incontro realizzato con l’arcivescovo Fiorini Morosini, è stato espresso dalla dirigente Serafina Corrado che ha sottolineato come esso abbia “conferito importanza ad uno spazio di riflessione rivolto alla crescita umana morale civile etica e anche spirituale delle nostre comunità”. La dirigente Corrado si è perciò detta convinta “che il successo degli interventi educativi della scuola dipendano in larga misura dalla forte alleanza che viene realizzata tra più istituzioni civili e religiose”, mirata ad “educare i giovani al rispetto per se stessi e per gli altri, ai valori della solidarietà e dell’altruismo, alla partecipazione a alla responsabilità del vivere”. “C’è un’emergenza educativa nella nostra società – ha detto la dirigente scolastica - che richiede una decisa azione da parte dei governanti di porre alla base del progetto politico la centralità della persona umana”. Oggi “è sempre più difficile proporre in maniera convincente alle nuove generazioni solide certezze e criteri su cui costruire la propria vita. Occorre quindi, che le istituzioni civili moltiplichino gli sforzi per affrontare questa emergenza ispirandosi costantemente al criterio guida della centralità della persona umana. E’ importante che le amministrazioni pubbliche offrano alle famiglie un sostegno concreto e convinto, nella certezza di operare per il bene comune. È importante oggi per la scuola, che le istituzioni ecclesiastiche le diano aiuto in forma laica a riflettere attentamente in modo di studiare interventi finalizzati al recupero di valori quali la cooperazione, la condivisione, la solidarietà e l’inclusione sui quali gli stessi Padri Costituenti hanno incardinato la nostra Carta Costituzionale”. E’ aspirazione della scuola Falcomatà-Archi – ha concluso la dirigente Serafina Corrado – “costruire un progetto educativo unitario dove la scuola è la sede privilegiata per progettare azioni di qualità di forte impatto sociale; essere insieme per avviare un processo di rieducazione civile etica spirituale”.