Legge Lazzati: Coisp, dalla politica finalmente un segnale di incoraggiamento per le forze dell’ordine

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“Come avevamo auspicato, il ddl ‘Lazzati’ è diventato legge dello Stato: si tratta di un bel segnale della politica, perché rappresenta un atto concreto diretto a spezzare i rapporti di connivenza con la criminalità”. Ad affermarlo è Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia, commentando la definitiva approvazione, con il voto in aula al Senato, del disegno di legge che impedisce ai sorvegliati speciali per reati di mafia di svolgere attività di propaganda elettorale, strenuamente promosso e voluto dal “Centro Studi Lazzati” e dal suo fondatore, il giudice Romano De Grazia. Continua Maccari: “E’ doveroso ringraziare i tanti Parlamentari che, senza distinzione di colore politico, hanno contribuito a scrivere questa pagina importante per il Paese, che rappresenta un incoraggiamento alle Forze dell’Ordine nella lotta quotidiana in difesa della legalità. Troppe volte, infatti, le Forze dell’Ordine, hanno la netta sensazione di combattere una battaglia solitaria, con ampi settori delle istituzioni che remano dalla parte opposta. Troppe volte la politica predica la legalità con le parole, ma con gli atti legislativi e le pratiche di governo si rivela indulgente – per non dire connivente – con il malaffare. Per questo consideriamo l’approvazione della nuova legge come un atto di coraggio e di responsabilità nei confronti dei cittadini, che chiedono la moralizzazione della vita politica e una selezione della classe dirigente fondata sulle capacità e sulle competenze. Rinnoviamo il nostro apprezzamento per l’impegno profuso dall’on. Angela Napoli, relatrice alla Camera, a favore dell’approvazione di questa normativa che punta a togliere alle organizzazioni criminali quel patrimonio insostituibile costituito dalle relazioni politiche e dal controllo della vita istituzionale. La legge ‘Lazzati’ colpisce duramente il voto di scambio politico-mafioso, colmando una grave lacuna legislativa: l’attuale normativa, infatti, si limita a punire la ‘vendita’ di voti in cambio di denaro, mentre il vero ‘scambio’ consiste nel controllo delle istituzioni finalizzato alla gestione amministrativa nell’interesse della criminalità. Senza contare il paradosso per il quale, fino ad oggi, i sorvegliati speciali per reati di mafia non potevano votare né candidarsi, ma potevano tranquillamente svolgere attività elettorale in favore di candidati o liste. La nuova legge prevede, oltre al divieto di attività di propaganda elettorale alle persone sottoposte a misure di sorveglianza speciale per reati di mafia, una sanzione penale per quei politici che si rivolgono a queste persone per ottenere voti. Con la nuova normativa, quindi, si potrà intervenire per contrastare i fenomeni illegali già nella fase della campagna elettorale, con maggiore probabilità di evitare l’infiltrazione della criminalità nelle istituzioni elettive”.