Coisp. La dignità dei Poliziotti non calpestata
Riceviamo e pubblichiamo comunicato del Coisp
“Almeno qualcuno con un po’ di ragione è rimasto in giro. E di questo dobbiamo dare atto al dottor Gigli, dirigente del Compartimento della Polizia Stradale in Calabria, che ha cancellato l’assurda disposizione con la quale veniva detto che i Poliziotti avrebbero dovuto provvedere alla pulizia delle auto di servizio, a spese proprie e cosa non meno grave, in barba alla normativa ambientale”. – Lo sostiene Giuseppe Brugnano, Segretario Regionale calabrese del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia – dopo la dura presa di posizione che il Sindacato aveva assunto per protestare contro un’assurda disposizione emanata giorni addietro dal dirigente della Sezione della Polizia Stradale di Reggio Calabria che prevedeva, facendo riferimento ad una circolare del 1963, che i Poliziotti della Stradale di Reggio Calabria dovevano provvedere al lavaggio della autovetture di servizio con mezzi propri. “Nessuna norma emanata dal legislatore, successiva alla riforma della legge 121/81, né tanto meno i relativi regolamenti di servizio, riconoscono agli Agenti ed agli Ufficiali di Polizia Giudiziaria la competenza funzionale a svolgere all’interno dei reparti di specialità o ordinari il lavoro di “lavaggisti”. – Continua il Segretario del Coisp della Calabria - L’alta qualità professionale richiesta al Poliziotto, all’interno di un reparto di specialità come è quello della Polizia Stradale, fiore all’occhiello della Polizia di Stato, non si può tradurre in una nota che impone l’obbligo di assumere le vesti di “lavaggista”. Tale mestiere, nel rispetto di chi lo svolge, deve essere esercitato nei luoghi e con gli strumenti idonei e non certo dagli Operatori della Polizia di Stato che sono invero preposti ad altri compiti istituzionali. Per il momento – conclude Giuseppe Brugnano - ringraziamo il dottor Gigli dell’attenzione e della celerità con la quale ha risposto all’istanza del Coisp, ma rassicuriamo tutti, resteremo vigili sempre e comunque, affinché la dignità e la professionalità dei Colleghi non venga mai mortificata da nessuna disposizione, quand’anche fosse un ordine”.