Festival Autunno, chiusura con il botto
La costruzione di una società giusta non può che nascere dal lavoro, dalle politiche del lavoro e dal suo riconoscimento, intendendolo non solo come diritto ma come dovere etico. Questo è stato l’argomento centrale dell’ultimo appuntamento della XIII edizione del Festival d’Autunno, diretto da Antonietta Santacroce. Nella Sala Tricolore del Palazzo della Prefettura di Catanzaro il mondo della Chiesa ha incontrato quello dell’imprenditoria, della letteratura e della filosofia per un’analisi raffinata e approfondita del tema. A discuterne S.E. Mons. Vincenzo Bertolone, lo scrittore Pippo Corigliano, don Nicola Rotundo, autore di "Verso una nuova politica economica per l'uomo" sulle tesi di Lonergan, Roberto Lorusso, imprenditore e autore, Pasquale Giustiniani, docente di filosofia teoretica e di bioetica dell’Università Degli studi di Napoli, Martin McKeever, dell’Accademia Alfonsiana - Pontificia Università Lateranense di Roma, e Antonio Viscomi, docente di Diritto del Lavoro presso l’Università Magna Graecia Catanzaro, nelle vesti di moderatore.
“Il Festival d’Autunno – ha dichiarato il direttore artistico Antonietta Santacroce - intende congedarsi dal suo pubblico con un appuntamento dedicato all’approfondimento di un tema, quello del lavoro ispirato ai principi etici e morali, del quale la nostra Regione ha cosi tanto bisogno per poter crescere. Da tredici anni, il festival accanto alla sezione spettacolistica propone infatti momenti di riflessione su temi d’attualità. Quest’anno, in concomitanza con Expo abbiamo proposto dieci eventi correlati al cibo dal punto di vista sociologico, letterario, cinematografico, della tradizione e teatrale con una nostra produzione inedita e originale. Ci congediamo con una riflessione sul lavoro, a cura di accademici, esponenti del mondo ecclesiastico ed esperti del settore”.
L’appuntamento è stato organizzato in collaborazione con la “Società Historia” il neonato sodalizio alla sua prima uscita pubblica, guidato da Maria Teresa Laurito, che si occuperà di divulgare la storia e le tradizioni della Calabria con particolare riguardo a quella delle religioni. “In un panorama mondiale in cui regna il profitto e l'aggettivo “condiviso” é diventato fuori moda, – ha ricordato nell’introduzione S.E. Monsignor Bertolone - gli interessi pubblici cedono il passo a quelli privati e la legge è orfana di etica» e a tal proposito occorre riscoprire l'etica del lavoro, «dare carne, sangue e vita, ai valori che ci ispirano, perché – come ha ricordato Antonio Viscomi – quel che realizziamo lo facciamo per costruire la nostra società”.
Anche attraverso le parole e le pagine del recente libro di Pippo Corigliano “Siamo in missione per conto di Dio”, si riconosce la necessità di “santificare il lavoro, santificarsi nel lavoro e, quindi, santificare gli altri nel lavoro perché esiste una connessione tra ciò che si fa e l’amore per Dio restando sempre con lo sguardo verso il cielo e i piedi sempre ben puntati a terra”. La teologia e l’economia, infatti, non sono in contrapposizione e l’analisi di don Nicola Rotundo, autore di “Verso una nuova politica economica per l’uomo. La posizione morale di B.J.F. Lonergan” nasce proprio dall'osservazione dei fenomeni economici e finanziari del 2006.
A detta dello stesso autore "oggi l'economia da mezzo è diventato fine e l'uomo da fine è diventato mezzo” ecco perché diventa necessario un recupero della dimensione etica del lavoro. La trasformazione del pianeta in un unico grande mercato, la libertà di movimento dei capitali e la liberalizzazione dei mercati finanziari non ha prodotto l'auspicato benessere per tutti, per cui occorre assumere a modello le benefit corporation americane, sulle quali si è soffermato l’imprenditore Roberto Lorusso, che "mirano a creare beneficio e un impatto positivo sull’ambiente e sulla società in cui operano, dando felicità a quanti fanno parte della società".
Il fine dell'impresa, dovrebbe essere, dunque, quello di creare un bene comune, in un cammino su tre livelli: legale, normativo e virtuoso con un’interazione continua tra il lavoro e l’etica “perché l’etica e l’economia - ha affermato Martin McKeever - non possono essere due settori separati: l’etica è infatti un’ottica sulla vita e quindi sul lavoro”. Il denaro, così, come nelle parabole delle Sacre Scritture, ha concluso il docente di filosofia Pasquale Giustiniani “deve essere ripensato e posto al servizio di valori e di ideali”.
Così la XIII edizione del Festival d'Autunno si è chiusa nella speranza che l'etica e la centralità dell'uomo possano guidare i popoli, soprattutto in un momento delicato come quello che stiamo vivendo. Antonietta Santacroce ha, così, congedato il pubblico del Festival dando appuntamento al prossimo anno per una nuova edizione che, come da tradizione, offrirà alla Calabria appuntamenti unici fatti di buona musica, approfondimenti e cultura.