Gestione illecita di rifiuti nel veronese, coinvolte aziende del crotonese
Discariche abusive per lo smaltimento di prodotti pericolosi, tra cui anche salme provenienti dai cimiteri per esumazione e estumulazione. Otto aziende sequestrate (2 totalmente o 6 parzialmente), sigilli anche mezzi pesanti (5 autocarri), a 2 capannoni adibiti a deposito illecito di rifiuti e 4 depositi, terreni agricoli per un valore di circa un milione di euro, 19 le persone denunciate e multe per oltre 300 mila euro. Sequestrate inoltre circa 35mila tonnellate di rifiuti in aeree di circa 45 mila metri quadri di superficie.
Questo l’esito dell’operazione condotta in provincia di Verona a seguito di indagini partite a settembre scorso ed eseguita dalla Sezione di Polizia Stradale scaligera.
Gli agenti sono partiti dal controllo della documentazione di viaggio di camion che trasportavano rifiuti nella provincia veneta scoprendo così delle presunte attività illecite. Alcune delle ditte di autotrasporti che operavano nella zona avevano la sede in Calabria, in particolare nella provincia di Crotone; sebbene gli investigatori specifichino chiaramente che i rifiuti non provenissero assolutamente dalla nostra regione.
I 19 indagati sono imprenditori tutti residenti nel veronese e nel milanese, particolare che per gli inquirenti dimostrerebbe come il guadagno derivante dalla gestione illecita dei rifiuti, non faccia gola solo alla criminalità organizzata del Meridione ma anche ad “imprenditori che - come spiega il Dirigente la Sezione Polizia Stradale di Verona, Girolamo Lacquaniti - agiscono senza alcuna remora per i gravissimi danni ambientali ed i conseguenti rischi per la salute della popolazione". “L’attività di indagine”, ha aggiunto il vicequestore, “proseguirà anche in altre zone della provincia di Verona, visto che gli elementi finora raccolti … fanno presumere una diffusione particolarmente ampia di questo fenomeno criminale che, è giusto ricordarlo, produce ingenti guadagni illeciti, ma ancora più gravi danni per la salute di tutti i cittadini”.
Gli accertamenti sulla pericolosità dei rifiuti sono stati svolti in collaborazione con personale del Servizio Ambientale del Dipartimento ARPAV di Verona che sta verificando i danni da inquinamento soprattutto relativamente all’illecito smaltimento di materiali contaminati da amianto e sostanze pericolose.
NEL DETTAGLIO ai 19 indagati sono contestati i reati di attività di gestione rifiuti priva dell’autorizzazione ambientale; trasporto di rifiuti senza autorizzazione; deposito incontrollato di rifiuti; discarica di rifiuti non autorizzata; violazione delle prescrizioni dell’autorizzazione; contaminazione del suolo; realizzazione di opere edilizie senza aver ottenuto il permesso a costruire (la vecchia concessione edilizia) e cambio di destinazione d’uso di immobili o di terreni senza aver ottenuto la prescritta autorizzazione comunale.
In particolare si è proceduto al sequestro di una azienda a Ronco all’Adige (Vr), attiva nella gestione dei rifiuti, anche pericolosi, completamente sconosciuta alle autorità competenti in quanto priva delle autorizzazioni provinciali. Sottoposti poi sequestro preventivo un capannone con annesso portico (per 4800 metri quadrati complessivi di superficie) adibito a deposito e gestione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi e di tutti i macchinari industriali utilizzati per la vagliatura, riduzione volumetrica e cernita dei rifiuti; di un altro capannone di circa 1500 metri quadrati di superficie con annesso piazzale di circa duemila metri quadrati, adibito a deposito di rifiuti, in buona parte contaminato da fibre di cemento/amianto; un’area sterrata di circa 10 mila metri quadrati adibita a deposito di rifiuti; 3500 metri cubi di rifiuti di natura metallica e RAE, in buona parte pericolosi, corrispondenti a circa 5000 tonnellate di peso; 2000 tonnellate di MPS, principalmente metalli preziosi quali rame, ottone, bronzo, nichel ed altro, derivanti dall’illecita attività di gestione rifiuti posta in essere dall’azienda.
Sempre nel comune di Ronco all’Adige sequestrata un’azienda su lotto di circa 9000 metri quadrati di superficie, sul quale sono stati realizzati un capannone industriale di grandi dimensioni ed una palazzina uffici di due piani, operante come impianto di gestione rifiuti pericolosi e non pericolosi, principalmente di natura metallica (circa 3000 metri cubi), priva di collaudo, agibilità e di autorizzazione ambientale; di un’area di circa 4000 metri quadrati di superficie, adibita a deposito rifiuti di varia natura (circa 1000 metri cubi), pericolosi e non pericolosi, tra cui rifiuti di natura cimiteriale derivanti dalle operazioni di esumazione ed estumulazione delle salme, gestita dall’azienda senza aver ottenuto alcuna autorizzazione; 800 metri cubi di rifiuti pericolosi, corrispondenti a circa 1600 tonnellate di peso, costituiti da materiale da demolizione edili fortemente contaminati da amianto, presso un’azienda di recupero ad Arcole (Vr); e ancora, un’area agricola di 4500 metri quadrati di superficie presso un’azienda operante nella gestione di rifiuti e allocata nel comune di Sommacampagna Verona, adibita abusivamente a parcheggio e zona di stoccaggio in violazione del testo unico dell’edilizia e del Testo Unico Ambientale, in quanto priva dell’autorizzazione provinciale; un’area di 5600 metri quadrati, dei rifiuti su di essa depositati per un quantitativo di 250 metri cubi corrispondenti a circa 450 tonnellate e di un impianto di depurazione chimico/fisico delle acque di dilavamento meteorico con relativo scarico, operato in un’azienda di gestione rifiuti nel territorio del comune di Villafranca Veronese. Tutte le opere sarebbero state realizzate in assenza di collaudo e quindi prive di autorizzazioni edilizie e della Provincia.
Sigilli anche ad un’area a destinazione agricola di 4000 metri quadrati, nel territorio del comune di Povegliano Veronese, adibita, in violazione della normativa edilizia ed ambientale, da un’azienda operante nel settore delle costruzioni a deposito non autorizzato di rifiuti da demolizione per un quantitativo di circa 7000 metri cubi, corrispondenti a circa 12.000 tonnellate di peso; un’altra area destinazione agricola di 4000 metri quadrati, nel territorio del comune di Sona (Vr), adibita, in violazione della normativa edilizia ed ambientale, da un’azienda operante nel settore delle costruzioni a deposito non autorizzato di rifiuti da demolizione, lastre di fibrocemento contenenti amianto, rifiuti metallici anche di natura pericolosa per un quantitativo di circa 1500 metri cubi corrispondenti a circa 4.000 tonnellate di peso; a parte di un capannone e di circa 200 metri cubi di rifiuti di natura pericolosi all’interno un’azienda di gestione rifiuti sita territorio del comune di Castelnuovo del Garda, operante nel settore dei rifiuti di natura metallica, non autorizzata a trattare rifiuti pericolosi.
Sequestrati ancora due capannoni di 600 metri quadrati di superficie ciascuno, nel territorio del comune di Vigasio, adibiti a deposito illecito di rifiuti pericolosi tra cui decine di bancali di Ethernit in pessimo stato di conservazione. L’area sottoposta a sequestro, di circa 3000 metri quadrati di superficie, è risultata fortemente contaminata da amianto e da rifiuti pericolosi di vario genere; 5 autocarri impiegati nel trasporto illecito di rifiuti.
Ammontano invece a 250 mila euro circa le sanzioni amministrative comminate ad un’azienda di autotrasporti con sede a Melissa (nel crotonese) ma operante nella provincia di Verona, trasportante inerti e rifiuti di vario genere; e a 50 mila euro le sanzioni inerenti la violazione della normativa ambientale.
(Aggiornata alle 16:05)