Stazione Unica Appaltante: la Provincia al servizio dei Comuni
L’istituzione della Stazione Unica Appaltante (SUA) da parte del Consiglio Provinciale rappresenta senza dubbio un passaggio importante nella storia dell’ente. Nuove esigenze economiche degli enti locali e stringenti normative hanno reso questa strada improcrastinabile (Codice Appalti, Legge Del Rio): in particolare, la novella del comma 3 bis del Codice dei Contratti ha reso obbligatorio per tutti i Comuni non capoluogo di Provincia che intendano acquisire lavori, forniture e servizi, il ricorso a soggetti aggregatori, tra cui le Province che operano in qualità di stazioni uniche appaltanti ai sensi dell’art. 1, comma 88, della Legge 56/2014.
Il novellato comma tre bis del Codice Contratti si applica ai sensi di legge alle gare bandite dal 1° gennaio 2015 per servizi e forniture e dal 1° novembre 2015 per i lavori, obbligatorio, per i Comuni, anche per gli affidamenti diretti di importo fino a 40.000 euro. In particolare, però, l’attenzione deve essere rivolta ai piccoli Comuni con meno di 5.000 abitanti che sono quelli maggiormente in difficoltà nello svolgere questo tipo di attività che richiede una specifica professionalità ed esperienza, difficilmente acquisibile da parte delle scarse risorse umane disponibili, già impegnate in molteplici funzioni. Proprio il personale della Provincia quale Ente di Area Vasta, invece, ha le conoscenze e l’esperienza tali da poter svolgere questo compito anche per gli altri Enti.
A seguito della riforma Del Rio le Province, nella forma e nella fisionomia che abbiamo conosciuto finora, non esisteranno più. Ciò non significa, però, che non esisteranno più tout court. Esisteranno invece come enti sempre più tecnici, col fine di erogare servizi ai comuni, come nel caso della Stazione Unica Appaltante: non più dunque un ente che opera in ordine gerarchico sulle amministrazioni locali, ma una rinnovata istituzione in grado di lavorare in modo utile ed efficace allo stesso livello, su un piano orizzontale, con tutti i Comuni del territorio. Proprio in riferimento alla normativa sugli appalti, gli impedimenti del singolo comune ad agire non trovano ausilio in un territorio nel quale le alternative proposte dalla legge (unioni di comuni, aggregazioni consortili) non sono operative nella realtà; ragion per cui La SUA consentirà agli stessi di garantire la continuità di molti servizi al cittadino - la cui gestione affidata sta andando in scadenza - altrimenti gravemente compromessi dalle limitazioni normative.
Un‘iniziativa di grande importanza politica, oltre che tecnica, che – come ha dichiarato il Dirigente alle Relazioni Interistituzionali - Internazionalizzazione - Assistenza Tecnico Amministrativa Enti Locali Giovanni De Rose, estensore della proposta in collaborazione con la Dirigente del Settore Affari Generali Antonella Gentile – sarà fondamentale non solo per le esigenze di funzionalità, razionalizzazione e speditezza proprie dei Comuni, ma anche per ulteriori valori fondamentali: la trasparenza, la legalità, la libera concorrenza, rendendo più penetrante l’attività di prevenzione e contrasto ai tentativi di condizionamento della criminalità mafiosa.