Centrale Biomasse Lamezia, Barbanti: “Si dica definitivamente no”
"Lo spettro della centrale a biomasse nel comune di Lamezia torna a ripresentarsi in maniera preoccupante. Non sono bastate lemanifestazioni di protesta dei cittadini, le analisi e le informative di esperti del settore circa la pericolosità per la salute e il diniegodell’amministrazione comunale a fermare l’opera."Lo si legge in una nota di Sebastiano Barbanti Deputato dellaRepubblica Italiana
"E’ dei giorni scorsi,- continua la nota - infatti, la notizia che un ricorso al TAR, presentato dalla Vitale, se accettato puo’ riaprire i giochi e dare il via alla costruzione della temuta opera. In questi mesi, però, si è assistito ad alcune operazioni di inerzia burocratica e pratica che si fa fatica a spiegare e che potrebbero addirittura facilitare larealizzazione della centrale. In primo luogo ci si riferisce alla mancata consegna da parte del Comune di Lamezia Terme, previa richiesta di accesso agli atti fatta dal comitato “No centrale Biomasse” in data 11 settembre, delle motivazione del diniego alla costruzione della centrale.
Ricordiamo per dovere di cronaca che l’amministrazione comunale espresse il diniego in due distinti atti datati 4 agosto e 7 settembre. L’ottenimento di tali informazioni avrebbe potuto consentire di individuare delle azioni preventive da poter mettere in campo per bloccare definitivamente la costruzione.
In secondo luogo sembra che proprio a seguito del diniego si sarebbe dovuto procedere al ripristino dello stato dei luoghi. In altre parole, sui terreni dove avrebbe dovuto sorgere la centrale si era iniziato a svolgere dei lavori preliminari per l’opera che però, visto appunto il diniego intercorso, si sarebbero dovuti smantellare e riportare il terreno nel suo stato originario entro 30 giorni. Ciò avrebbe reso ancor più antieconomica la realizzazione della centrale mettendo, di fatto, una pietra tombale sulla sua costruzione. La ditta che avrebbe dovuto eseguire i lavori di ripristino è la stessa che ha eseguito quelli preliminari e si tratta della RAVIRO srl.
A tutt’oggi però il ripristino dello stato dei luoghi risulta ancora un’utopia. Vista la chiara e netta posizione di contrasto all’opera assunta dal Comune di Lamezia, sarebbe gradita la pubblicazione, o quantomeno il rilascio al richiedente, degli atti del diniego e sarebbe altrettanto opportuno l’intervento, per quanto di competenza, dell’avvocato Massimiliano Carnovale nella sua duplice veste di assessore e di socio della RAVIRO srl. In questo momento l’unica cosa che i cittadini lametini non possono tollerare sono comportamentiondivaghi, poco fermi e poco trasparenti da parte dell’amministrazione comunale e dei suoi rappresentanti. In gioco - conclude Barbanti - c’è la salute delle persone e questa non può essere subordinata a nessun altro tipo di interesse privato o economico."