Convegno tecnico dell’Associazione Preparatori Atletici Calcio Calabria
“Quale confine tra la resistenza specifica e la resistenza speciale nel settore giovanile”. E’ il tema di particolare attualità per il mondo calcistico che è stato trattato nel convegno organizzato dall'Associazione Italiana Preparatori Atletici Calcio Calabria, in collaborazione con il Comitato Regionale Calabria della Lega Nazionale Dilettanti, che si è tenuto questa sera, mercoledì 16 dicembre, presso la sala convegni del Centro di Formazione Federale. Un incontro, impreziosito dall’intervento dell’allenatore della Nazionale Under 21, Luigi Di Biagio, mirato a tracciare un confronto nella preparazione atletica tra la tradizione, che punta a esercitazioni a secco, senza cioè l’utilizzo della palla, e le moderne metodologie, che, attraverso la potenza metabolica e l‘utilizzo di software particolari come i GPS, danno la possibilità di valutare i carichi di lavoro.
Introdotto dal presidente A.I.P.A.C. Calabria, Giovanni Saffioti, soddisfatto dell’anno di lavoro svolto in Calabria dall’Associazione dei preparatori atletici, orientata al confronto in funzione della crescita del mondo calcistico regionale, a fare gli onori di casa non poteva che essere il presidente del C.R. Calabria L.N.D., Saverio Mirarchi, che nel commentare l’evento ha detto: “Attenzione massima al calcio dilettantistico, di base giovanile e anche professionistico, e soprattutto grande impegno per il nostro Centro di Formazione che, dopo avere avuto il ct della Nazionale Conte, il ct dell’Under 15 Rocca, insieme ai tecnici del Belgio, ha il piacere di ospitare Di Biagio, un personaggio di rilievo, che avrà certamente tanto dare al nostro calcio”.
Mirarchi ha come sempre rivolto il suo pensiero ai giovani: “Devono divertirsi prima di tutto e poi, se ne avranno la capacità, la bravura e la fortuna, senza mai smettere di sognare, potranno sperare di riuscire a diventare calciatori di alto livello, altrimenti, pazienza. Il mondo del calcio avrà comunque contribuito a fare di loro dei soggetti maturi e responsabili”. Il ringraziamento del presidente del C.R. L.N.D. è andato poi ad “allenatori e preparatori atletici, che scientificamente sono i più preparati dal punto di vista sportivo, atletico e tecnico e che con il loro apporto fanno crescere il calcio nel nostro territorio”.
Sono stati tanti gli interrogativi degli “addetti ai lavori” che hanno trovato le risposte opportune grazie ai relatori, moderati da Andrea Ferragina. Domenico Borelli, preparatore atletico del Crotone Calcio, ha relazionato sul “Calcio, allenamenti e prestazioni”. Soffermandosi sui principi di allenamento, ha esposto i metodi praticati nella sua squadra. La parola è tornata al presidente A.I.P.A.C. Calabria e preparatore atletico professionista, Saffioti, che ha parlato di un argomento di altrettanto interesse: “Dalla resistenza specifica alla resistenza speciale: i diversi stadi del settore giovanile”. “Il calcio è cambiato - ha affermato Saffioti - quindi noi preparatori dobbiamo cambiare le nostre metodologie e metterle a disposizione degli allenatori, tenendo conto delle loro esigenze”.
Davvero prezioso è stato il contributo dell’ospite d’onore Luigi Di Biagio, che ha spiegato come si lavora nell’Under 21 e il suo pensiero sull’allenamento, anche se, ha detto, “non c’è una verità assoluta”. “Il confronto di oggi serve per trovare idee nuove e capire come si lavora nei diversi settori, per potere crescere e migliorare. Anche perché le metodologie di allenamento sono in continuo cambiamento”, ha commentato il ct della Nazionale giovanile, che ha pure spiegato come prima, ai tempi in cui era un giovane calciatore, “il lavoro a secco era prevalente rispetto a quello con la palla, di conseguenza il modo di lavorare era molto diverso rispetto a quello di oggi”. Ma, ad ogni modo, secondo quanto notato da Di Biagio, i metodi di lavoro in ogni club sono differenti e ciò lo si capisce anche quando si selezionano i ragazzi. Come allenatore dell’Under 21, il suo compito principale è ora preparare i ragazzi per la Nazionale A. “Si lavora affinché il nostro calcio possa ritrovare la solidità e l’appartenenza al Paese. E - ha aggiunto - l’obiettivo è fare emergere l’Italia in un palcoscenico internazionale importante”.
Per quanto concerne il calcio calabrese, l’attenzione del ct è andata al Crotone che in questi ultimi anni ha sfornato tanti giovani calciatori, e a tutte le altre squadre della terra calabra ha dato il suo bocca al lupo. Dunque, un convegno in cui, al di là del tema prettamente tecnico, è emersa l'importanza della sinergia e del dialogo tra le diverse componenti per raggiungere un solo obiettivo: la crescita del movimento calcistico regionale.