Indiano ucciso a Melito Porto Salvo: arrestato connazionale

Reggio Calabria Cronaca

Un cittadino indiano 37enne, Kumar Rakesh, dimorante a Melito di Porto Salvo, nel reggino, è stato arrestato ieri dai carabinieri che hanno eseguito una richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. L’uomo, condotto in carcere su disposizione del Gip, è accusato dell’omicidio preterintenzionale di un connazionale, il 42enne Jelly Singh.

I FATTI risalgono allo scorso mese di giugno quando i militari, dopo una chiamata al 112, erano intervenuti nell’ex caseificio “Libri” di Melito Porto Salvo, luogo in stato di abbandono e ormai divenuto rifugio per “senza fissa dimora”, e dove era stata segnalata la presenza del cadavere di un giovane.

Ai carabinieri apparve subito evidente che si trattasse di un omicidio: il corpo, esaminato esternamente, presentava infatti delle ecchimosi oltre a ferite provocate presumibilmente da alcune coltellate.

Le indagini, pur se rese particolarmente difficili dall’ermeticità che caratterizza la comunità indiana melitese, sono state portate avanti anche con un’attività tecnica e favorite dalla profonda conoscenza delle dinamiche locali vantata dagli uomini dell’Arma che da subito hanno iniziato ad investigare nella cerchia di connazionali amici del 42enne morto, individuando così il suo presunto assassino.

Il movente dell’omicidio sarebbe una vendetta per un danneggiamento subito. In sede di indagini, infatti, si sarebbe scoperto che alcuni giorni prima dell’assassinio, la vittima, già conosciuta in paese per gli eccessi nell’uso di sostanze alcoliche, avrebbe incendiato l’abitazione utilizzata dal Rakesh, il quale - sostengono gli inquirenti avrebbe rintracciato Singh presso l’ex caseificio e con questi avrebbe avuto una discussione degenerata in una vera e propria colluttazione fisica.

L’arrestato, già all’indomani del rinvenimento del cadavere del connazionale, era stato più volte sentito dagli inquirenti fornendo varie versioni sui fatti apparse ai militari contrastanti. Il 37enne avrebbe però ammesso ai carabinieri, sin da subito, di aver colpito la vittima alla nuca con un bastone e di essersi poi allontanato dall’ex caseificio dove, a suo dire, avrebbe lasciato il connazionale che era ancora in vita. Rakesh è stato condotto presso la Casa circondariale Arghillà di Reggio Calabria.