Rapina al Maxi Sidis di Catanzaro, arrestati i presunti autori
Nel primo pomeriggio di ieri la Polizia di Catanzaro insieme ai Carabinieri, ha arrestato i presunti autori di una rapina messa a segno lo scorso 9 aprile nel capoluogo calabrese. Si tratta di Cosimo e Alessandro Bevilacqua, rispettivamente di 46 e 30 anni e di Domenico Berlingieri, 35 anni, tutti pregiudicati e per lo stesso reato.
Le tre ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state spiccate dal Gip che ha fatto propri i risultati delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica.
Secondo la tesi degli investigatori, i tre sono ritenuti dunque gli artefici della rapina al supermercato “Maxi Sidis” del quartiere Pontepiccolo, episodio che si ricorda per le cruente modalità con cui fu portato a termine. Il 9 aprile scorso, i rapinatori fecero irruzione nel negozio intorno all’ora di chiusura, armi in pugno e prendendo in ostaggio la clientela e i lavoratori trafugarono dalle casse quanto poterono (un bottino di 4.500 euro). L’azione durò solo pochi minuti, durante i quali i malviventi tennero sotto minaccia delle armi tutti coloro in cui si imbatterono.
Sul luogo, nell’immediatezza del fatto, intervennero gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Catanzaro. Sin da allora gli investigatori lavorarono alla raccolta certosina di elementi a carico dei sospettati, attraverso attività tecniche e sul territorio, fino al punto di ritenere di aver ricostruito nei dettagli le fasi di preparazione e di consumazione del delitto e quando accadde anche immediatamente dopo che i tre si sarebbero allontanati dall’esercizio commerciale. La tesi accusatoria è stata oggi condivisa dal GIP che ha emesso i provvedimenti restrittivi.
Bevilacqua è stato catturato dagli uomini della Mobile, diretta da Nino De Santis, lungo la Statale 280, fermato mentre era in “trasferta” nel Capoluogo, che aveva raggiunto in auto da Reggio Calabria, città dove risiede e dove, per gli inquirenti, rappresenterebbe un elemento di spicco della criminalità nomade stanziale. Agli altri destinatari la misura è stata notificata in carcere, dove si trovavano già ristretti.