Tosto esanima la situazione cariatese in vista delle prossime competizioni elettorali

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tosto e fuoco

Vittorio Tosto, classe 1974, è un cariatese che ha illustrato il suo luogo d’origine.

Indimenticato calciatore professionista, è stato l’idolo delle curve di mezza Italia: Fiorentina, Salernitana, Torino, Lucchese, Avellino, Sampdoria, Piacenza, Napoli, Genoa, Ascoli, Empoli.

Sino ad approdare alla Nazionale Under 21.

Col pallone nel cuore, a fine carriera diventa, dopo i corsi di Coverciano, un autentico talent-scout: piazza sul mercato o, meglio, nelle più diverse blasonate società di calcio, i ragazzini della sua terra, verso la quale, nonostante tutto, mostra un attaccamento ancestrale.

Ed alla sua terra, alla sua Cariati, dove dimorano i suoi affetti più cari, ritorna quando può, comunque più volte all’anno.

Presidente onorario, ed anima, del Cariati Calcio, Vittorio crede nello sport, quello che lo ha fatto crescere, tanto da prendere per mano una piccola realtà sportiva e farla, pian piano, ritornare ai fasti del passato.

In effetti, adesso, nel gotha del calcio regionale che conta, è ritornato il Cariati Calcio, con il suo carico d’entusiasmo.

“Il calcio a Cariati – riflette Tosto – è una vetrina fondamentale per tutta la comunità. Relativamente al mio settore, riconfermo i sacrifici che abbiamo fatto negli ultimi anni e che ci hanno consentito di ottenere risultati importanti. Ma c’è una pecca: non disponiamo di strutture idonee al lavoro che stiamo facendo”.

Il riferimento, a nostro parere, va all’incompiuto stadio del Ponte del Varco: “Quell’opera doveva essere già fruibile – dice Tosto – ma è nata , senza voler far polemiche, senza un progetto, senza che nessuno ne seguisse l’iter. Ovviamente, quest’altra ”cattedrale” crea rammarico e rabbia. E dà pure fastidio, perché è il risultato d scelte sbagliate operate da chi, negli ultimi anni, non è stato coerente con le proprie idee ed, allo stesso tempo, ha provocato un danno ai cittadini. Anche a chi, da fuori, come me, investe, e continua ad investire a Cariati. I risultati sono sotto gli occhi tutti: non c’è comunione da parte di deve amministrarci”.

Ma nonostante gli ostacoli, lo sport cariatese va: “Non dimentichiamo – riflette Vittorio Tosto – le grandi affermazioni che sta ottenendo la “Pugilistica Cariatese” grazie alla passione ed all’impegno di Fausto Sero, un privato che ci crede ed investe senza ritorno. E poi, come scordare, ad esempio, che il prossimo pilota della Ferrari in Formula Uno potrebbe essere proprio il giovanissimo cariatese Antonio Fuoco? Ecco, significa che abbiamo le carte in regola e la costanza, l’intelligenza per potere fare bene, ma ci servono anche altre spinte, che, al momento, non ci sono. E perché io non lo so. O lo so troppo bene, che è la stessa cosa. Ricordiamo che a Cariati non c’è nemmeno un assessore allo sport. O al turismo. E allora, di cosa parliamo? Le nostre affermazioni, in una parola, non hanno nulla a che fare con la gestione amministrativa del nostro paese”.

Da un settore all’altro, da appassionato: “Se negli altri settori della vita riuscissimo a trasmettere lo stesso entusiasmo, avremmo una città decorosa, un poco pulita, una dignità perduta che i cittadini leali ed amanti del proprio “luogo” riuscirebbero a riguadagnare a fronte dei sacrifici, anche economici, che si compiono. Se ci vengono negati i diritti, è giusto ribellarsi. I Cariatesi lontani vivono con umiliazione la propria condizione di cariatesi”.

Sulle prossime elezioni comunali, Tosto è chiaro: “Io non capisco tutta questa corsa all’arrembaggio di Palazzo Venneri. Veramente, l’unica fiducia la ripongo su chi in questo paese lavora tutti i giorni: i commercianti. Essi rappresentano l’unica e vera economia, il cuore pulsante di Cariati. Oggi Cariati si mantiene sui commercianti, e da li bisogna ripartire. Per altre cose meno chiare, come la spesa degli ingenti finanziamenti caduti a pioggia sul territorio, facciamoci spiegare quale destinazione abbiano intrapreso”.

Ma c’è una ricetta per il futuro?

“Bisogna fare e proporre. Io, per quel che mi riguarda, dopo tanti anni ritornerò ad essere cittadino attivo di Cariati, nel senso che voterò anche io, finalmente, nel mio paese. Chi riuscirà a convincermi avrà certamente il mio appoggio. Ma è necessario che ci siano persone “lavoratrici”, gente che ha voglia di fare l’amministratore operaio; che deve rimettere in sesto un territorio, con la mentalità dell’umile lavoratore, un territorio devastato. C’è bisogno di una rinascita vera, di remare tutti assieme, nella stessa direzione. O affonderemo, e chi, negli ultimi anni ha raccontato la stessa fiaba, che sia messo da parte”.