Falsi poliziotti a casa del figlio di Gratteri, la solidarietà di Forza nuova
“L’episodio riguardante il figlio del giudice Gratteri rappresenta si un fatto sicuramente gravissimo, ma che di certo non può sorprendere dal momento che la ndrangheta, e la mafia in generale, conoscono a menadito tutti quelli che possono essere gli spostamenti e le abitudini degli uomini di Stato, ed i messaggi a loro indirizzati sono sempre inequivocabili”. È quanto scrive Igor Colombo, portavoce di Forza nuova.
“Lasciando da parte gli attestati di solidarietà che in queste ore tutte le segreterie dei partiti e gli esponenti politici si affrettano a scrivere, con un idioma tutto simile e caratteristico tra di loro, è mio auspicio porre invece l’attenzione su quanto un giudice anti-mafia come Gratteri sta facendo e, spero, potrà fare nella lotta alle consorterie criminali calabresi.
La strada è certamente quella, ad avviso mio e di tutta Forza Nuova, di scardinare quelle che sono le Logge massoniche deviate calabresi, nelle cui fila si annidano esponenti di spicco della ndrangheta e se questo fino a ieri poteva essere solo un “fantascientifico” pensiero forzanovista, oggi non può più essere considerato tale. Basta infatti andarsi a leggere l’intervista uscita qualche giorno fa da parte dell’ex maestro venerabile del GOI, il quale ha affermato che la massoneria, nella nostra regione e non solo, ha subito moltissime infiltrazioni mafiose con tanto di importante e greve ingerenza, e lo stesso per aver denunciato tutto questo, è stato espulso dalla loggia di appartenenza. Tutta questa vicenda e la stessa denuncia è passata incredibilmente in sordina, anche da un certo punto di vista mediatico; nessun esponente politico ha proferito alcuna parola in merito, segno evidente che, quando si tratta di dare solidarietà per atti intimidatori a magistrati e giornalisti, si dimostrano tutti solerti nello scrivere, quando invece qualcosa di concreto andrebbe fatta, cala la coltre di silenzio più assoluta.
Noi di Forza Nuova abbiamo sempre avuto una posizione chiara in merito alla lotta alla criminalità organizzata, sono anni che chiediamo, per via degli scandali che puntualmente si susseguono ,gli scioglimenti ed i relativi commissariamenti dei Consigli regionali di Campania, Calabria e Sicilia, dove purtroppo, con insediamenti ed alternanze di compagini politiche, quel cordone ombelicale non viene mai reciso e le varie inchieste che prendono forma, o si concludono con assoluzioni oppure con condanne di singoli politici, senza che però mai il machiavellico sistema affaristico-politico ‘ndranghetistico venga abbattuto.
Mi auguro che le inchieste della DDA incentrate anche sulla commistione tra politica-ndrangheta e massoneria, possano sfociare in importanti provvedimenti, la strada da percorrere è quella di ottenere immediatamente e rendere pubblico l’elenco degli iscritti alle varie logge massoniche ed in questo lavoro, sicuramente la politica non può non avere una funzione attiva. Pertanto anche la commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosi Bindi dovrebbe cominciare a muoversi in tal senso, quel muro di reticenza, quando si parla di massoneria, deve essere abbattuto ed anche i Comuni ed i sindaci devono muoversi sul territorio, obbligando a dichiarare l’eventuale appartenenza, dei loro assessori e consiglieri a logge massoniche, fermo restando che l’iscrizione alle stesse non rappresenta necessariamente reato.
Il sistema politico, e non, non è costituito da un blocco monolitico ma da tanti pezzi ed anche numerosi tentacoli che si intrecciano tra di loro, in cui spesso e lo vediamo dalle varie inchieste, è proprio la massoneria che protegge le grandi mafie”.