Cfs, operazione antibracconaggio a Sant’Agata d’Esaro
Un' operazione antibracconaggio del Copro Forestale dello Stato, denominata "Aper in Cavea" (cinghiale in gabbia), e' scattata questa mattina nel cosentino. Decine gli agenti impegnati che hanno posto sotto sequestro una area di circa sei ettari recintata nel comune di S.Agata d'Esaro dove al suo interno veniva svolta una attivita' di allevamento abusivo di cinghiali con annesse gabbie per cattura. In particolare gli uomini del Comando Stazione Forestale dello Stato di San Sosti ed altro Personale CFS sono intervenuti in localita' "Follorito-Frassi" a ridosso del Parco Nazionale del Pollino nel territorio del comune di Sant'Agata d' Esaro, per accertare una consistente detenzione di fauna selvatica nella fattispecie cinghiali catturati per mezzo di trappole non consentite dalla legge sulla caccia e rinchiusi all'interno di una recinzione realizzata con rete metallica L'operazione e' scattata alle prime luci dell'alba quando e' stata scoperta una prima trappola autoscattante tipo gabbia realizzata artigianalmente con rete elettrosaldata e fornita di due porte in corrispondenza di un'area recintata; Questo tipo di trappola, di cui sono state ritrovate alcune esternamente la recinzione ed altre all'interno, servivano per attirare i cinghiali tramite pasturazioni oppure dalla presenza di esemplari di femmine di cinghiali gia' presenti all'interno del recinto; quindi, il singolo cinghiale, una volta attirato all'interno della trappola-gabbia, tramite il posizionamento di un meccanismo posto alla base della stessa, al minimo urto faceva chiudere la porta a ghigliottina e l'ungulato rimaneva intrappolato e pronto ad essere introdotto all'interno del recinto tramite l'apertura della seconda porta. Sul posto prontamente sono intervenute altre pattuglie CFS oltre l'intervento del veterinario pubblico dell'ASP di Cosenza al fine di verificare lo stato dei cinghiali sottratti alla loro abitudine che ha disposto per tali animali ( circa una trentina) il vincolo sanitario in attesa di poter procedere alla loro cattura e annessa profilassi. L'area boschiva , in gran parte di proprieta' della Regione Calabria. Per la detenzione dei cinghiali rinvenuti, non era stata acquisita alcuna autorizzazione in merito sia amministrativa e sia sanitaria pertanto, tale attivita' veniva eseguita illecitamente. Il personale del CFS ha provveduto al sequestro dell'area, delle gabbie, dei manufatti (altane) usati per la cattura e degli animali ritrovati all'interno del recinto. Per violazioni della legge sulla caccia, danneggiamento del bosco, maltrattamento di animali, occupazione abusiva di suolo pubblico demaniale e furto aggravato di fauna selvatica e' stato denunciato un uomo del luogo.