Tripodi (Udc): “Respingo le insinuazioni: non farò il capro espiatorio”

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«L'atmosfera che respiriamo in Calabria è incandescente». È quanto afferma, in una nota, il capogruppo alla Regione dell’Udc, Pasquale Tripodi. «Ho espresso più volte solidarietà – aggiunge – al lavoro di magistrati e forze dell’ordine contro la criminalità organizzata. La mia opinione è che la mafia e le complicità di cui gode fra colletti bianchi e politica costituiscano un danno per la democrazia e lo sviluppo del Mezzogiorno. Non vorrei però che in mancanza di organiche ed efficaci risposte dello Stato contro il fenomeno criminale, che al momento tardano a concretizzarsi, si cercassero dei capri espiatori. E che lo si facesse, come sta accadendo da parte di taluni organi di informazione, nei riguardi del sottoscritto, col solito metodo delle falsità, dei 'si dicè e della diffamazione scientificamente organizzata». «Pertanto – continua Tripodi – sia per respingere alcune insinuazioni prive di fondamento scritte sul mio conto che per amore della verità, mi preme precisare che il sottoscritto non ha nulla da nascondere, essendo stato assolto 'perchè il fatto non sussistè dal processo Why not dal Gup di Catanzaro. Circa la vicenda del mio arresto disposta su richiesta della DDA di Perugia (indagine Naos), il sottoscritto da un anno ha ricevuto la notifica del decreto di archiviazione. Questo è quanto e c'è altro». «Se poi – argomenta Tripodi – in questo Paese i principi dello Stato di diritto intendiamo calpestarli, allora lo si dica. Ma a nessuno è consentito far politica strumentalizzando la dignità, la professionalità e la correttezza etica degli altri. A mio avviso occorre fare molta attenzione da parte di tutti, se non vogliamo l’imbarbarimento del dibattito politico. Ma la stampa in particolare ha, in tutte queste vicende, una delicata funzione da svolgere, dando per scontato che vi è anzitutto l’obbligo di rispettare la verità sostanziale dei fatti: cercare di far capire ai cittadini cosa si vuol nascondere quando si sollevano polveroni».