Valentino (Cgil), lettera aperta al Presidente Mattarella

Catanzaro Attualità

"Benvenuto Presidente, benvenuto in questa nostra Terra.

La nostra speranza è che la Sua non sia semplicemente una, seppur gradita, visita di cortesia. Lei rappresenta l'Italia, l'unità nazionale, in una terra in cui ancora si fatica a riconoscere lo Stato o ad avere con le Istituzioni un rapporto "normale". E' questo l'incipit della lettera aperta al Presidente della repubblica di Giuseppe Valentino Segretario Generale CGIL Catanzaro.

"Non tutto é cosi - continua la nota - ma corruzione, trasversalismo, arrivismo, malaffare, prepotenza sono dei virus che permeano le Istituzioni, le associazioni, la stampa, le imprese, la politica minando le fondamente della nostra democrazia.

Non a caso il bisogno di lavoro qui in Calabria è più alto che altrove, non a caso i giovani lasciano questa nostra Terra per vivere e trovare altrove dignità. La sicurezza, la giustizia, l'istruzione e la salute pubblica sono ancora troppo distanti dalla cultura e dal senso civico raggiunto dal nostro popolo.

Qui le speranze, le opportunità vengono spazzate vie dalle disaguaglienze crescenti tra chi esercita il potere e chi lo subisce.

Ma non è tutto così, come la nostra Nazione anche la Calabria è una terra complessa e ricca di differenze e piacevoli contraddizioni.

C'è che resiste, chi si oppone alla 'ndrangheta con la faccia e le braccia, chi lavora onestamente, gli imprenditori coraggiosi, chi denuncia il malaffare, chi nei tribunali con sacrifici e resistendo esercita la Giustizia, i giovani che si impegnano nelle associazioni per la propria terra, per colmare il vuoto lasciato dalle Istituzioni. Il suo arrivo è stato anticipato ieri da una piccola "scossa", visiti la sede della Protezione Civile di fronte alla "Casa dei calabresi" e si renderà conto che non siamo attrezzati alle emergenze - e non lo saremo, se non si investe nella prevenzione. Così come dobbiamo guardare al futuro e saper guidare le scelte che attraverso l'Europa ci portino a rafforzare la democrazia e la coesione sociale attraverso il lavoro. Lavori per rafforzare l'Europa non sono a Milano, Signor Presidente ma anche al Sud. Potremmo rappresentare uno straordinario Ponte di Pace per il Mediterrane, con la nostra cultura, con le nostre esperienze di accoglienza.

C'è, Signor Presidente, anche in questa Terra chi onestamente e con dignità difende il tricolore. Ci sono ora e ci sono stati in Calabria cittadini coraggiosi che hanno difeso il nostro "debole" Stato dai soprusi e dalle ingiustizie.

Sono queste le persone che speriamo possa incontrare oggi, tra le nostre strade, nei volti dei tanti che Le saranno vicino, che ascolterà ed alle quali affiderà le Sue parole; che ci auguriamo siano di confronto, di fiducia, di speranza.

Ne abbiamo bisogno, Signor Presidente, per far crescere in quel popolo silenzioso, onesto, lavoratore l'orgoglio per la nostra bandiera".