Irto alla Magna Graecia, l’allarme dell’Università: meno matricole e rischio emigrazione

Catanzaro Attualità

Una visita intensa e proficua quella del presidente del Consiglio regionale Nicola Irto all'Università Magna Graecia di Catanzaro. L'incontro con il Rettore dell'UMG Aldo Quattrone, il presidente della Fondazione UMG Arturo Pujia ed il presidente della Provincia Enzo Bruno è stato ricco di spunti di riflessione e di impegni per il futuro e per la rinascita della Calabria.

Una regione che deve ripartire dai suoi giovani. Dopo una visita all'interno dei reparti, dei laboratori e del CNR di Catanzaro, il presidente Irto si è spostato nel centro residenziale dell'UMG all'interno del quale si è svolta una riunione con i vertici della Fondazione UMG ed i rappresentanti degli studenti durante la quale si è discusso di diritto allo studio.

Il prof. Arturo Pujia, presidente della Fondazione UMG, ente che da poco più di anno gestisce il diritto allo studio, ha presentato un documento che illustra la situazione di grave deficit di risorse in cui l’intero sistema universitario vive. Nel documento è stata evidenziata, infatti, una riduzione del finanziamento pari al 20% negli ultimi 5 anni; nel confronto con gli altri Stati industrializzati l’Italia risulta tra gli ultimi per finanziamento alle Università. Questa condizione ha portato all’aumento delle tasse universitarie e, soprattutto al sud, al calo dei docenti con conseguente chiusura dei corsi di laurea.

Le Università del sud, infatti, scontano due problemi: un minor finanziamento da parte dello Stato e minori entrate dalle tasse (per ogni studente le Università del nord incassano il doppio di quelle del sud). Di conseguenza al sud si riducono il numero dei docenti ed i servizi, con un impatto negativo sul livello di istruzione, ed il tasso di laureati, che in Italia è tra i più bassi rispetto agli altri paesi dell’OCSE, in Calabria e nel sud registra un record negativo tra tutte le 272 regioni europee.

Le ricadute sull’economia sono ovvie, sia perché un laureato, secondo le stime OCSE, produce circa 180 mila dollari per il sistema pubblico, sia perché un basso tasso di laureati tra gli imprenditori riduce la propensione all’innovazione e quindi allo sviluppo economico, ed infine perché la disoccupazione tra i laureati è più bassa. La speranza di poter invertire questo trend negativo è, allo stato attuale, inesistente visto che gli immatricolati sono in calo (soprattutto al sud) a causa della tassazione più elevata e della mancanza di benefici previsti dal diritto allo studio che impediscono ai giovani delle famiglie meno abbienti l’accesso all’Università.

Il calo delle matricole si somma ad un’altra piaga: quella della emigrazione dei nostri diplomati che, in numero di 4.000 all’anno, vanno ad iscriversi a Università del centro-nord depauperando ulteriormente la Calabria ed il sud che così perde “capitale umano” oltre a quello economico. Tra le cause di questo fenomeno bisogna segnalare il cronico sottofinanziamento del diritto allo studio da parte delle regioni meridionali, e la sperequazione prodotta da abnormi criteri di riparto del fondo statale.

Il risultato finale è che al nord usufruisce del beneficio il 100% degli studenti aventi diritto, mentre al sud quasi il 50% rimane senza borsa di studio. Anche in questo caso è evidente non solo la ricaduta negativa sulle immatricolazioni, che sono appunto “scoraggiate”, ma anche sui risultati degli studenti che, senza borsa, conseguono il titolo di studio con grandi difficoltà.

"Occorre, quindi, una reazione forte ed uno sforzo titanico - ha sottolineato il presidente Pujia - che può partire dalle Regioni meridionali con in testa la Calabria e che deve essere orientato su più fronti: un maggiore finanziamento per il diritto allo studio da parte della Regione, l’avvio di una trattativa serrata con il Governo per riequilibrare i criteri di riparto dei fondi (soprattutto per il diritto allo studio) al fine di sanare la scandalosa ingiustizia che penalizza i nostri studenti, la garanzia di un finanziamento straordinario alle Università per aumentare il numero dei corsi di studio e trattenere in Calabria i cervelli in fuga".

Durante la conferenza stampa è stato il Rettore Quattrone ad evidenziare l'importanza dell'incontro con il presidente Irto ribadendo il ruolo decisivo della realtà universitaria catanzarese in termini di formazione, innovazione e competitività. “L’università Magna Graecia di Catanzaro ha tutti i crismi scientifici, la qualità dei docenti e i numeri necessari per fronteggiare le difficili sfide del momento per gli atenei del Mezzogiorno” ha detto il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto. “Faccio i miei complimenti al Rettore, al gruppo dirigente ed al senato accademico: questo è un polmone universitario vivo, particolarmente attrezzato nella ricerca e nell’innovazione scientifica, settore in cui l’ateneo catanzarese costituisce la punta avanzata della Calabria migliore” -ha aggiunto.

Secondo Irto, inoltre, l’Università Magna Graecia “insieme alle altre presenti nella nostra regione, è un’infrastruttura culturale d’eccellenza che abbiamo il dovere di valorizzare, sostenere e implementare, anche attraverso le risorse della programmazione comunitaria 2014-2020. Ogni ateneo calabrese ha radici, attitudini e specialità differenti e tutto ciò consente una proficua diversificazione dell’offerta formativa”. Irto ha auspicato “il massimo impegno dei giovani per realizzare progetti innovativi e per elaborare idee originali in grado di sostenere l’intraprendenza economica del sistema produttivo locale, superando l’antica inclinazione regionale alla frammentazione”.

Inoltre ha espresso “preoccupazione per la migrazione del capitale sociale, in particolare dei giovani laureati, cui va fatto fronte sia recuperando risorse regionali, sia con una concertazione fra Regioni del Sud, per modificare i criteri del riparto del fondo per il diritto allo studio che penalizzano il Mezzogiorno”. Non arginare la fuga dei cervelli ad avviso di Irto “significa bruciare anni ed anni di investimenti formativi fatti dalle famiglie che vivono nella regione col reddito pro capite più basso del Paese. Così la Calabria viene depauperata di quel bacino di risorse umane particolarmente qualificate che possono dare un contributo importante alla ripresa economica e sociale. Per questo vogliamo tradurre in atti, nel prosieguo della legislatura, la necessità di implementare le risorse per il diritto allo studio".

"Il gravissimo calo delle immatricolazioni che concerne alcune nostre realtà universitarie -ha concluso il presidente del Consiglio regionale- è il paradigma del crescente divario Nord-Sud che tuttora grava come un macigno sul Mezzogiorno e sull’Italia. Il nostro sforzo, dunque, deve essere mirato a valorizzare ancor di più atenei come quello di Catanzaro perché esso possa entrare nelle reti universitarie internazionali, attraendo capitali per investimenti in ricerca in un quadro di programmazione pluriennale”.

Al tavolo dei lavori anche il presidente della Provincia Enzo Bruno: “L’Università per troppo tempo è stata considerata una istituzione a se stante -ha affermato Bruno-. Consapevoli del fatto che Catanzaro può recuperare il proprio ruolo direzionale e culturale proprio nella piena funzione di Città universitaria, ci siamo messi a disposizione dell’Ateneo e della Fondazione Magna Graecia per riempiere di contenuti un intento semplicemente enunciato. L’intento principale di un’azione sinergica tra istituzioni deve essere quello di creare le condizioni affinché i giovani di questa regione decidano di rimanere perché l’offerta formativa, la ricerca, l’innovazione sono tali da consolidare una scelta d’eccellenza. Altrimenti il 90 per cento dei ragazzi che decidono di studiare fuori non tornerà mai più, con un drammatico spopolamento, un impoverimento di risorse umane ed energie".

"La Provincia ha cercato di fare la propria parte collaborando con i vertici dell’Ateneo, istituendo uno sportello informativo all’interno del Campus con proprie risorse per orientare gli studenti delle ultime classi delle superiori a scegliere il percorso universitario più adatto partendo dall’offerta formativa della nostra università che spesso non viene conosciuta – ha aggiunto Enzo Bruno – e nello stesso tempo informare i laureati delle tante possibilità che offre la regione. Siamo orgogliosi di aver avviato questo percorso, grazie ad una idea dell’università e il lavoro del Magnifico rettore: i calabresi devono conoscere questo grande patrimonio formativo e culturale”.