“Cuore” di Edmondo de Amicis al centro del 2° Invito alla lettura
Sarà “Cuore” di Edmondo de Amicis al centro del 2° Invito alla lettura promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos che si terrà martedì 9 febbraio alle ore 18 presso la Sala di San Giorgio al Corso con l’intervento del Prof. Antonino Romeo.
Pubblicato nel 1886, centrotrenta anni fa, letto nelle scuole di ogni ordine e grado almeno fino agli inizi degli anni Sessanta, presente in quasi tutte le biblioteche di casa, “Cuore” ha costituito il modello di un sistema educativo-scolastico certamente datato e superato nel quale ci si sforzava, comunque, di insegnare quella educazione civica di cui oggi si avverte la mancanza nella vita quotidiana.
Criticato per la sua mentalità borghese e nazionalistica, oggetto di una pungente e critica analisi di Umberto Eco che lo considerò “come turpe esempio di pedagogia piccolo borghese, classista, paternalistica e sadicamente umbertina” e che in un capitolo del suo Diario minimo, “Elogio di Franti”, apparso nel 1963, rivalutò la figura di colui che nel romanzo è il cattivo per eccellenza, sempre pronto allo sberleffo, il romanzo merita una rilettura e forse una rivalutazione non tanto sul piano letterario quanto come sforzo dell’autore, all’indomani della raggiunta unità politico-geografica dell’Italia, che lasciava gravi irrisolti problemi, di offrire, soprattutto alle più giovani generazioni, un modello di convivenza nord-sud che oggi, non lo dimentichiamo, si pone drammaticamente in evidenza dinanzi all’emergenza dei migranti.
Ci riferiamo soprattutto al capitolo 22 “Il ragazzo calabrese” nel quale viene presentato agli scolari un nuovo arrivato da Reggio Calabria. “Vogliategli bene – dice il maestro – in maniera che non si accorga di essere lontano dalla città dove è nato; fategli vedere che un ragazzo italiano, in qualunque scuola metta piede, ci trova dei fratelli”. In ogni caso, dal momento i Franti nell’Italia di oggi hanno saputo, con la loro sfrontatezza e assenza di ogni forma di rispetto e decoro civile, fare carriera in tutti i settori della vita pubblica, proviamo simpatia per il bravo Garrone e per il piccolo Enrico Bottini, la voce narrante del libro, quel “burattino borghese, che vive sui pregiudizi” così disprezzato da Eco che pure di quella “borghesia” aveva valori e virtù.