Punto zero acqua, Ferrara e Pedicini (M5S): “Rende non conforme ai parametri”
Presentato questa mattina il progetto “Punto zero acqua”, attività di monitoraggio delle acque promosso in Calabria dall’euro parlamentare Laura Ferrara ma che rientra nel progetto a scala nazionale “Punto zero” già proposto dal capo delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo Piernicola Pedicini. Insieme ai due Portavoce a Bruxelles al tavolo anche il consigliere M5s al Comune di Rende, Domenico Miceli, Carmine Ventre del “Centro Analisi Biochimiche SAS” e Alessandro Melicchio, ricercatore Unical coordinatore del progetto per la Calabria.
I siti per ora campionati sono il fiume Cardone, in località Casali di Cosenza, a Rende l’area Legnochimica in cui è stata analizzata l’acqua di falda da un pozzo privato e l’acqua fluviale a valle del depuratore. Ancora nel cosentino è stata campionata l’acqua marina nei pressi della centrale elettrica al momento dismessa nel comune di Rossano, la foce del fiume Crati a Corigliano Calabro e il fiume a valle della discarica di Celico, il Cannavino. In provincia di Reggio Calabria le analisi hanno invece riguardato l’acqua marina a San Ferdinando non distante dalla zona del porto di Gioia Tauro e l’invaso del fiume Metramo.
Due degli otto campioni di prova sono risultati non conformi alla normativa vigente, essendo stata verificata un’alterata composizione chimica ed entrambi si trovano nella zona industriale di Rende. Si tratta dell’area ex Legnochimica nella quale il valore di tetracloroetilene (PCE) risulta 11 volte superiore al limite di legge stabilito in 1,1 µg/L. Altro valore non conforme è quello registrato dal campione prelevato nel fiume Crati immediatamente a valle del depuratore consortile, in questo caso il valore degli antiparassitari risulta essere dieci volte superiore al limite consentito.
“I dati raccolti in questa prima fase – sottolinea Laura Ferrara – non sono ancora esaustivi ai fini del progetto, i siti continueranno ad essere monitorati nel tempo e laddove registreremo valori non conformi allerteremo le autorità preposte”. “La lettura di questi primi dati non vuole essere una campagna di allarmismo – commenta Domenico Miceli – anche se il dato su Rende conferma le nostre preoccupazioni e proporremo un piano di caratterizzazione di tutta l’area industriale rendese e non solo per l’area dell’ex Legnochimica”. Pedicini che lanciò per primo il progetto in Basilicata ne illustra l’obiettivo, “sensibilizzare e stimolare le istituzioni ad attivarsi rispetto alle tematiche ambientali. Non è un caso – continua – che i disastri ambientali si concentrino nelle zone più povere e quindi più esposte alla corruzione. L’unico strumento che abbiamo per tutelarci è il coinvolgimento diretto dei cittadini e Punto zero nasce anche con questo scopo”.