Wanda Ferro sul Film commission
"Il sistema cinema sta concorrendo alla grande ripresa turistica di regioni come la Puglia e la Basilicata, ma in Calabria, nell’era “immobile” di Oliverio, tutto è fermo in questo settore cruciale della cultura. Mentre le Film Commission delle due consorelle meridionali sfornano produzioni e iniziative, creano occupazione per nuove figure professionali, mobilitano risorse, la Film Commission della Calabria è stata ridotta ad un rottame senza anima e senza futuro. Commissariata con un dirigente interno, la FCC è stata abbandonata al suo destino: telefoni staccati, chiusura del sito internet, creditori che bussano invano alla porta". E' quanto scrive Wanda Ferro.
"Abbarbicarsi - continua la nota - agli errori del passato non serve. Oliverio è al governo di questa Regione da più di un anno e non può pensare di giustificare il suo ormai proverbiale immobilismo con lo slogan della “pesante eredità del passato”. Se non è in grado di affrontare e risolvere i problemi, perché si è candidato?
Ma torniamo alla Film Commission Calabria.
Il paragone con Puglia e Basilicata è quanto mai calzante perché si tratta delle due regioni meridionali che hanno fatto registrare negli ultimi anni i maggiori incrementi di presenze turistiche straniere. Parlo di Regioni che sono guidate dal centrosinistra, per cui il mio ragionamento deve essere apprezzato per la sua obiettività.
Ebbene, l’Apulia Film Commission ha creato in Puglia una vera e propria “industria” del cinema, ospitando negli ultimi tre anni oltre cento produzioni. L’Apulia, sorretta dalla Regione, si è dotata di un Film Fund, di due Cineporti, di un circuito di sale di qualità, di una rete di festival.
Il Cineporto di Bari è uno straordinario business center di 1200 metri quadrati con uffici, sale per casting, trucco, costumi, laboratori di scenografia, sala cinematografica.
Ma è soprattutto il ritorno di immagine a fare di questa Film Commission una grande risorsa per la Puglia. Si pensi all’ultima fiction di successo, “Io non mi arrendo”, andata in onda su Rai Uno con Giuseppe Fiorello, girata interamente tra Fasano, Castellana Grotte, Ostuni, Lecce ed altre meravigliose location pugliesi.
Anche la Basilicata sta puntando molto sul cineturismo, sull’onda del successo ottenuto dal film “La Passione di Cristo” di Mel Gibson, girato a Matera. I turisti amano visitare i luoghi in cui sono stati girati i film. Addirittura, la Lucana Film Commission è riuscita ad inserire i prodotti ortofrutticoli del territorio nelle riprese della miniserie tv di Rai Uno “Chiara”.
E la Calabria? Niente di niente. Ma la cosa grave è che di questo settore sembra non importare nulla all’attuale governatore, già divenuto celebre per avere seppellito la storia regionale, dimenticando sistematicamente tutte le grandi ricorrenze storiche e culturali.
A me non interessa nulla del passato. Io sollecito la Regione ad adottare una forte iniziativa per fare rinascere, su basi evidentemente nuove, la Film Commission, affidandola intanto ad esperti e manager di provato valore, sulla base di un bando nazionale, e poi dotandola di risorse e di strutture. Si punti anche da noi a realizzare un Cineporto come quello di Bari. Si valorizzino le professionalità e i talenti calabresi, si chieda aiuto a registi come Gianni Amelio e Carlo Carlei, agli altri bravissimi registi e attori che sono costretti a presentare ad altre regioni i loro progetti, come accaduto all’indimenticabile Giuseppe Petitto che ha potuto girare il suo meraviglioso “Occhi chiusi” solo grazie alla Fim Commission del Trentino.
La Calabria ha tutte le carte in regola per diventare uno straordinario set cinematografico: la luce, i paesaggi, il mare, il mistero della sua montagna, i volti della gente. Ci vogliono solo volontà e idee chiare. Ma la Calabria al tempo di “Oliverio l’immobile” rischia di perdere anche questa straordinaria opportunità".