Firenze, la Dia sequestra i beni ad un imprenditore calabrese
La Dia, Direzione Investigativa Antimafia di Firenze, ha sequestrato stamani i beni, per un valore complessivo di tre milioni di euro, ad un imprenditore calabrese che da anni aveva trasferito le sue attività in Toscana.
Secondo le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo, l'uomo, con la collaborazione di presunti prestanome, avrebbe effettuato nel tempo alcuni importanti investimenti acquisendo degli esercizi commerciali tra cui risulterebbero bar, pasticcerie e pizzerie, e diversi appartamenti nel capoluogo toscano e nella vicina città di Prato.
Le ricostruzioni effettuate dalla Dia avrebbero messo in evidenza, in particolare, il frequente ricorso allo strumento contabile cosiddetto del “Finanziamento soci”, pratica che permette ad una società di disporre di capitali senza far ricorso alle banche. La liquidità, difatti, viene immessa nelle casse aziendali direttamente dai soci, una forma di auto-finanziamento che, in questo caso, gli inquirenti ritengono sia stato effettuato con il reimpiego di capitali illeciti.
Sotto indagine per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio, pertanto, sono finite quattro persone originarie del crotonese, Giuseppe Iuzzolino (79 anni), Vincenzo Benincasa (57), Fiore Guercio (55) e Marino Castiglione (59), tutti di Strongoli; un’altra del cosentino, Luigi Guercio (26 enne di Cariati); e Alfredo Aldrovandi, 78enne di San Benedetto Val di Sambro, nel bolognese.
Gli inquirenti hanno effettuato una complessa ricostruzione patrimoniale che avrebbe consentito di individuare numerosi aquisti di beni mobili ed immobili e costituzioni societarie per la gestione di attività commerciali tra Firenze e Prato.Sarebbe stata accertata, inoltre, l’esistenza di un flusso di denaro verso la Calabria a favore del presunto reggente della cosca “Giglio” di Strongoli e sul quale sono in corso altri approfondimenti investigativi.
Il provvedimento di sequestro preventivo è stato eseguito nelle province di Crotone, Firenze e Prato ed ha riguardato 9 società, 7 appartamenti, 5 beni tra auto e moto, 42 rapporti bancari tra conti correnti, libretti di deposito e dossier titoli.
Tra le proprietà sottoposte ad amministrazione giudiziale vi noto alcuni noti locali di Firenze tra cui il bar pasticceria Caldana di Piazza Pietro Leopoldo, il bar pasticceria Il Barco ed il ristorante pizzeria Pizzaman, entrambi in via Baracca, ed il bar Becco d’Oca a Prato. Di particolare pregio sarebbero poi gli immobili che fanno parte del complesso immobiliare Il Teatro del quartiere “Il Pino” di Prato.
All’operazione hanno collaborato, oltre agli agenti della Dia fiorentina, anche il personale dell’ufficio antifrode della Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrare, l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, la Dia di Catanzaro ed i Carabinieri di Cirò Marina (Crotone). Le indagini sono state coordinate dal procuratore Capo Creazzo e dal sostituto Greco.
(Aggiornata alle 12:03)