Tdm: “Diamante, consultorio familiare a norma?”

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Altra tegola sul polo sanitario di Diamante la cui competenza rientra nel distretto sanitario Tirreno diretto dalla Bernaudo; questa volta le presunte irregolarità riguarderebbero la mancanza dei requisiti strutturali essenziali richiesti per i consultori familiari pubblici e privati accreditati.

“Se all’interno dell’unico locale si svolgono visite ginecologiche, pertanto anche invasive, considerate le caratteristiche dello stesso è chiaro che tale locale è privo, innanzi tutto delle più elementari norme igieniche essendo sprovvisto di lavabo, della separazione dell’ambiente medico-sanitario da quello amministrativo, della toilette, oltre che di altri requisiti della cui mancanza (stranamente) non si è mai occupato nessuno ad iniziare dalla stessa Bernaudo che è il direttore del distretto e la diretta responsabile di quanto dipendente dai suoi uffici, nonostante il dott. De Lorenzo spezza una lancia a favore. – è l’ennesima denuncia riguardante probabili irregolarità perpetrate all’interno del distretto sanitario Tirreno, diretto da Giuliana Bernaudo e avanzata dal Tribunale per i Diritti del Malato dell’Alto Tirreno Cosentino – Se all’interno di tale locale, al contrario, non si dovessero svolgere le visite mediche, allora tale ufficio non può assolutamente essere considerato un consultorio familiare ma soltanto un ufficio in cui lavorano degli assistenti sociali. Ancora una volta si assiste allo spreco di risorse male utilizzate o malamente gestite con una chiara vanificazione delle professionalità mediche ivi presenti che, si immagina, operino in condizioni di estrema precarietà vista l’organizzazione di quello che dovrebbe essere il consultorio familiare di riferimento per tutto il comprensorio di Diamante che raccoglie circa una decina di comuni. – aggiunge l’avv. Domenico Oliva referente del TDM – Lascia assolutamente interdetti la risposta, inoltre, avanzata dal dott. De Lorenzo, secondo il quale il mancato rispetto dell’obbligo di legge dell’abbattimento delle barriere architettoniche non esiste in quanto le assistenti sociali, in caso di presenza di cittadini non deambulanti, scenderebbero al piano terra; simili meccanismi, infatti, sono consueti in Africa ma non in una società civile.

Si comprende il tentativo di schermare la Bernaudo, da parte di De Lorenzo, ma forse il direttore del distretto Tirreno dovrebbe dedicare più tempo alla conoscenza delle strutture presenti sul territorio di sua competenza, verificarne la sussistenza dei requisiti strutturali richiesti dalla normativa vigente, dare una conseguente organizzazione a servizi che, altrimenti, non hanno motivo di esistere, e solo successivamente puntare l’attenzione diretta o indiretta ad altre realtà non dipendenti da lei e non direttamente rientranti nella sua competenza come (per puro esempio) gli studi medici privati; ciò credo che sia logico e dovuto, se non altro per una certa serietà etica e professionale oltre che istituzionale. Purtroppo siamo sempre alle solite e la domanda nasce spontanea: può un biologo gestire una organizzazione di natura strettamente medica oltre che medico-legale come quella di un distretto sanitario? I risultati sono una chiara risposta”.