Candido e Ruffa (Radicali): Regione metta in sicurezza sanitaria le carceri
"In Calabria urge istituire (e subito nominare) il garante regionale dei detenuti. Il Consiglio regionale non aspetti oltre. La morte di Michele Rotella nell'ospedale di Catanzaro dove era stato trasportato d'urgenza il 27 febbraio dal carcere Ugo Cairdi di Siano rende palese la gravità delle condizioni in cui versano le carceri calabresi dove, oltre ad essere privati della libertà, viene meno anche il diritto alla salute".
Così i due militanti del Partito Radicale Candido e Ruffa che durante le festività natalizie hanno effettuato visite in tutte le dodici carceri calabresi.
"Da quando, nel 2008, la sanità in carcere è passata di competenza alle Regioni le cose sono assai peggiorate” aggiungono i due radicali sostenendo che “La situazione igienico sanitaria riscontrata durante l'ultima visita fatta il 29 dicembre scorso, era assai precaria. Oltre ai letti a castello a tre piani che, in alcune celle, erano pure occupati, ed oltre alle docce multiple con relativa muffa sul soffitto, la problematica che più emergeva evidente per le oltre 570 persone detenute a Siano erano proprio le precarie condizioni igienico sanitarie: 45 detenuti tossicodipendenti di cui otto in terapia con metadone, 125 casi psichiatrici di cui 45 in terapia con ansiolitici, 39 detenuti affetti da epatite C e quattro sieropositivi”.
“Ora, dalla stampa locale – aggiungono Candido e Ruffa - apprendiamo che negli ultimi giorni il Rotella accusava malori "tipici delle enteriti" e che la gravità del problema sarebbe stata sottovalutata. Pare infatti che il Rotella sia morto per un'infezione da batterio clostridium difficilis il cui sviluppo è associato all'esposizione eccessiva ad antibiotici e si trasmette facilmente da persona a persona per via fecale-orale”.
Per Pasqua la delegazione del Partito Radicale annuncia che chiederà ancora di poter verificare le condizioni. “Nell'attesa che nella terra di Tommaso Campanella si approvi la proposta di legge regionale che istituisce il garante regionale dei diritti dei detenuti - chiosano i due militanti - viene da chiedersi se la Regione Calabria stia aspettando che scoppi un'epidemia per mettere in sicurezza sanitaria il "labirinto" delle proprie carceri".