Piccioni: “Il Comune sostenga le ragioni del comitato referendario per il sì”
Il Comune di Lamezia si opponga alle trivellazioni dei giacimenti di idrocarburi in mare e sul territorio e sostenga le ragioni del comitato per il sì al referendum abrogativo del 17 aprile. E’ quanto chiede il consigliere comunale di Lamezia Insieme Rosario Piccioni in una mozione trasmessa nella giornata di ieri.
In vista della prossima consultazione referendaria, in cui i cittadini italiani saranno chiamati a pronunciarsi sull’abrogazione della norma che prevede che i permessi a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti di idrocarburi entro dodici miglia dalla costa possano proseguire oltre la durata delle concessioni per tutta la “vita utile” del giacimento, il consigliere Piccioni chiede all’amministrazione comunale di deliberare l’opposizione del Comune di Lamezia alle trivellazioni e a prendere posizione a favore del sì al referendum del prossimo 17 aprile.
“E’ importante che il consiglio comunale della terza città della Calabria assuma una posizione chiara rispetto a un tema come quello delle trivellazioni che in questi mesi ha suscitato una forte reazione da parte di tantissimi movimenti e associazioni in tutto il Paese, segnale di un’attenzione crescente da parte dei cittadini rispetto ai temi ambientali che la politica deve assolutamente accogliere e valorizzare.
Da Lamezia possiamo lanciare il segnale che su questioni decisive come la salute delle persone, l’ambiente e la partecipazione democratica dei cittadini non possiamo accettare decisioni calate dall’alto. Tutte le scelte che hanno impatti significativi sul territorio richiedono il coinvolgimento delle comunità locali e delle diverse espressioni della società civile, per costruire un modello di democrazia veramente partecipata e inclusiva. Proprio a Lamezia venerdì scorso, in occasione dell’assemblea regionale “No Triv” per la costituzione del comitato referendario per il sì, abbiamo vissuto un bellissimo momento di partecipazione democratica, con tanti cittadini che hanno sentito l’esigenza di farsi promotori di una battaglia per la difesa e la salvaguardia del territori. Sono spinte democratiche che partono dal basso da valorizzare, che si contrappongono alla tendenza di questo governo a imporre dall’alto scelte fondamentali come quelle che riguardano le politiche ambientali ed energetiche. E’ come se si volesse respingere ogni forma di coinvolgimento popolare, come dimostrato anche dalla scelta del governo Renzi di non accorpare la data del referendum a quella delle prossime elezioni amministrative, determinando un costo per lo Stato tra i 300 e i 400 milioni di euro e sfavorendo in questo modo una larga partecipazione al voto. Dire sì al referendum del 17 aprile significa anche sostenere una visione partecipata del governo del territorio, che parte dal coinvolgimento dei cittadini.
Il nostro non è un no ideologico, ma si basa su valutazioni oggettive. Consentire alle compagnie di proseguire le trivellazioni oltre la durata delle concessioni, soprattutto in una realtà come quella calabrese, determinerebbe un danno enorme per settori vitali come la pesca, il turismo balneare, le attività ricettive e di ristorazione dei comuni costieri. A questo si aggiungono i dati molto preoccupanti comunicati nei giorni scorsi dal direttore di Legambiente Calabria Sabatini che ha parlato di 18 procedimenti estrattivi attivi per un totale di circa 14mila chilometri quadrati da Taranto a Crotone, una superficie grande quanto l'intera Campania sotto scacco delle compagnie petrolifere. E ancora c’è da sottolineare come la scelta del governo di incentivare le trivellazioni sia in controtendenza con le linee di politica energetica a livello europeo e mondiale che, come emerso alla Conferenza di Parigi sul clima, puntano a ridurre drasticamente l’utilizzo dei combustibili fossili per limitare gli effetti del cambiamento climatico.
Opponendoci alle trivellazioni e sostenendo il sì al referendum del prossimo 17 aprile, la terza città della Calabria può lanciare un messaggio importante per un nuovo modello di sviluppo sostenibile, che ponga il rispetto dell’ambiente, la salute dei cittadini e la partecipazione democratica come elementi essenziali delle scelte della politica”, è quanto dichiara il consigliere Rosario Piccioni.