Rapine nel reggino, fermati tre rosarnesi
Nella settimana scorsa i Carabinieri di Gioia Tauro, in Contrada Arangarella di Laureana di Borrello, hanno proceduto al fermo di Indiziato di delitto di tre persone, tutte già note, per rapina aggravata in concorso. I tre, rosarnesi, sono accusati di aver portato a termine due cruente rapine “in serie”: la prima a Candidoni ai danni di un pensionato, la seconda in un piccolo supermarket di Plaesano, frazione di Feroleto della Chiesa, centri che distano appena 11 km l’uno dall’altro.
La tempestività con cui sono state allertate le pattuglie dell’Arma e la loro relativa capacità di “leggere” il territorio si sono rivelate determinanti. Da quanto riferito dagli stessi investigatori, i presunti autori delle rapine viaggiavano in una Contrada secondaria, buia e poco trafficata, quando sono stati intercettati da una pattuglia. Alla vista dei carabinieri avrebbero tentato di disfarsi di alcuni indumenti (dei guanti e dei berretti) che, secondo i militari, avrebbero potuto ricollegarli ai reati. Tentativo vano, però, perché il tutto è stato poi recuperato tra la vegetazione ai lati della carreggiata.
L’auto su cui viaggiavano, intestata ad un parente dei tre, è stata perquisita da cima a fondo e, secondo gli inquirenti, sono state rinvenute tracce che ricondurrebbero alla colpevolezza dei soggetti a bordo. Parte della refurtiva era, infatti, ancora, addosso ai malviventi.
Importante è stata, anche, la collaborazione fornita nell’immediato dalle vittime che ha consentito di tracciare un primo identikit dei ,rapinatori indirizzando così da subito, e nel verso giusto, le attività di ricerca.
L’indagine prosegue ed i Carabinieri stanno svolgendo un paziente lavoro di analisi e verifica poiché non si può escludere, visti anche i precedenti specifici vantati dai tre fermati, il loro coinvolgimento in altri recenti ed analoghi episodi delittuosi registrati nella zona.
Il Fermo di Polizia Giudiziaria è stato convalidato dal Gip di Palmi e per i tre è stata confermata la Custodia Cautelare in Carcere (presso la Casa Circondariale di Palmi, dove erano stati condotti a seguito del fermo) così come richiesto dal Pubblico Ministero.