Aperta a Pizzo cripta re Murat, ma della bara non c’è traccia
Non è stata trovata la cripta sotterranea nel duomo di Pizzo Calabro dove si pensa sia stato sepolto il corpo del re di Napoli, Gioacchino Murat, cognato di Napoleone. Le ricerche, - scrivel’Agi - andate avanti per ore ad opera del Comitato scientifico, non hanno dato alcun frutto nel luogo dove una vecchia foto del 1975 indicava la possibile sepoltura del re di Napoli che nell'ottobre del 1815 venne catturato, imprigionato ed ucciso a Pizzo Calabro. Accanto al punto perlustrato si trova la botola dei canonici, all'interno della quale potrebbero esserci i resti del re fucilato. Individuare la bara diventa quindi fondamentale, - dichiara l’Agi- perché i carabinieri del Ris di Messina sono pronti a intervenire con i dovuti rilievi solo su resti direttamente riconducibili a Murat e non, su tutti i reperti rinvenibili nella cripta. Se gli esami dovessero confermare l'appartenenza dei resti a quelli di Gioacchino Murat, si procederà a traslarle e portare i resti in altro luogo per la sepoltura.