Considerato “vicino” alla Cosca Molè, beni per 6 milioni confiscati ad imprenditore vibonese
È di quasi 6 milioni di euro il valore dei beni che, stamani, la Guardia di Finanza reggina, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha confiscato ad un imprenditore 56enne del vibonese, Ettore Tassi. Si tratta in particolare di due imprese del settore del confezionamento di abiti da sposa, con sede a Vibo Valentia, di rapporti finanziari e di innumerevoli immobili, tra cui una villa con piscina a Ricadi.
IL PROVVEDIMENTO arriva a conclusione di un’attività investigativa condotta dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria delle città dello Stretto e che avrebbe fatto ritenere agli inquirenti che sussista “un’ingiustificata discordanza” tra il reddito dichiarato dall’imprenditore - che in alcune annualità, addirittura, pari a zero - e il patrimonio direttamente o indirettamente a sua disposizione. Tassi, sostengono ancora gli investigatori, si sarebbe contraddistinto per la sua “pericolosità sociale”: è considerato didatti appartenente alla cosca di ‘ndrangheta dei Molè di Gioia Tauro, clan con radicate ramificazioni in varie regioni italiane.
I finanzieri, nel corso delle indagini, hanno acquisito diversa documentazione, tra cui quale contratti di compravendita di immobili, di quote societarie, atti notarili, scritture private, eccetera, che sono serviti per ricostruire ogni singola operazione economica effettuata dall’imprenditore e dal suo nucleo familiare. Tutto il acquisito è stato poi oggetto di approfondimenti allo scopo di risalire, in modo particolareggiato, alle tutte movimentazioni finanziarie eseguite da Tassi e dalla famiglia e che, nel corso dell’ultimo trentennio avrebbero determinato un arricchimento definito dai militari “decisamente anomalo, se rapportato alla lecita capacità reddituale dichiarata”.
Il 56enne era già stato sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per anni due e condannato in Appello (il 18 dicembre del 2006) a 4 anni 6 e mesi di reclusione per associazione a delinquere di tipo mafioso, rapina tentata, furto e detenzione illegale di armi.
Dunque, l’attività investigativa ha portato alla confisca di tutte le quote sociali e del patrimonio aziendale di due noti atelier di abiti da sposa formalmente intestati alle figlie di Tassi ma che per finanzieri sarebbero stati invece nella disponibilità di fatto dell’imprenditore. Gli atelier erano stati costituiti dalle figlie tra il 2011 ed il 2012, sebbene quest’ultime non avrebbero avuto effettivamente la capacità finanziaria necessaria per far fronte all’avvio delle attività.
Pertanto, il decreto emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha portato alla confisca, nel dettaglio, dell’intero patrimonio aziendale della ditta individuale “Le Spose di Chiara” di Chiara Tassi, con sede a Vibo Valentia; di tutte le quote sociali e del patrimonio aziendale (comprensivo di conti correnti e mobili registrati) di “Le spose di Chiara Srl”, con sede legale a Ionadi e unità locale nel comune di Vibo; di numerosi fabbricati e terreni a Ricadi, tra cui una lussuosa villa in località Fortino Santa Maria; di 2 depositi a risparmio nominativi.