L’organista Barbarossa regala momenti “unici” nella basilica di Crotone
Era il terzo dei concerti che la Società Beethoven Acam di Crotone sta dedicando all’esecuzione integrale dell’opera organistica di Franz Liszt, quello al quale abbiamo assistito domenica 20 marzo presso la Cattedrale.
La protagonista, sempre l’organista Antonella Barbarossa, scegliendo data (la Domenica della Palme) e programma ha regalato al pubblico che gremiva la basilica, momenti di grande ed indiscusso phatos. Momenti nei quali, la genialità creativa di un Liszt veramente ispirato, sotto le mani esperte della Barbarossa ha fatto risuonare per la prima volta a Crotone e forse in Italia sonorità e sensazioni probabilmente irripetibili.
Alcuni brani erano in prima esecuzione assoluta in Calabria e forse in Italia. Il programma: “Missa pro organo”, “Via Crucis” , “Requiem”. Dopo la bella esecuzione della Messa nelle varie sue componenti, la Barbarossa è entrata nel vivo del concerto con la “Via Crucis” , un’opera veramente di grande respiro, dove all’esecutore viene chiesto di avere una capacità tecnica e interpretativa non comune ma, se vuole veramente eseguire tale opera, deve necessariamente essere un musicista a tutto tondo. Deve cioè essere esecutore, compositore, grande conoscitore di quelle che sono le grandi creazioni per organo, e deve necessariamente essere dotato di una sensibilità non comune.
La Barbarossa ha veramente saputo cogliere quella che era una scrittura scabra di Liszt ricca però di una semplicità serafica , quella che svolge nelle 14 stazioni, precedute da un preambulum improntandole ad una sorta di oratorio in formato ridotto a carattere narrativo.
La “Via Crucis” rappresenta il fulcro centrale nel crogiolo della produzione sacra di Liszt, un chiaro esempio di romantica identità tra arte e vita. Una capacità di scrittura certamente ispirata da una religiosità sentita, nella quale la voce della solitudine usata nelle sue armonie, si fonde mirabilmente con la scienza Bachiana e il più acceso cromatismo romantico; portandolo ad essere l’emblema di tutti i grandi romantici capaci di passare dallo stadio delle tempeste spirituali a quello della più grande contemplazione.
Un’opera “Via Crucis”, dove l’artista passa dalle paginette devozionali di un’Ave Maria ad un’imponente scrittura sinfonico corale come la forma dell’oratorio. La prima e la seconda caduta, la scena delle donne di Gerusalemme, l’incontro con la madre sono momenti di un’intensità emotiva resi con una scrittura talmente incisiva da creare sensazioni uniche.
Uno splendido “Requiem” ha concluso una serata nella quale gli astanti sono defluiti dalla Cattedrale veramente sconvolti da tali e tante sensazioni che la musica se ben eseguita sa produrre sull’animo umano. Gli applausi tributati all’artista, dai tantissimi presenti all’evento, sembravano una vera liberazione dalle tantissime emozioni vissute.