Voragine in centro e scarichi sul suolo, la Finanza sequestra la rete fognaria di Vibo
È scattato stamani il sequestro preventivo della rete fognaria di Vibo Valentia Ovest e di parte della rete di Vibo Centro. La decisione di mettere i sigilli all’impianto è stata presa della dalla Procura della Repubblica nell’ambito di indagini che sono state avviate a seguito dell’apertura, nel mese di gennaio scorso, di una voragine in pieno centro abitato, determinata dal cedimento di un cunicolo utilizzato, in modo incontrollato, come canale di scolo delle acque reflue urbane.
Gli accertamenti, secondo gli inquirenti, hanno delineato oltre che una serie di reati ambientali - che scaturirebbero dallo sversamento sul suolo di una cospicua parte degli scarichi fognari - anche una diverse ripercussioni negative sul già compromesso assetto idrogeologico del territorio.
L’OPERAZIONE è eseguita dalla Guardia di Finanza, anche con l’impiego di mezzi aerei, dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e dalla Sezione di Tutela Ambiente e Territorio della Procura. Oltre al sequestro sono in corso di acquisizione documenti da parte delle Fiamme gialle per controllare il corretto impiego dei fondi stanziati da tempo dalla Regione Calabria per gli interventi di adeguamento e manutenzione della rete fognaria del capoluogo.
ESCHERICHIA COLI, METALLI PESANTI, MERCURIO E FERRO OLTRE I LIMITI
IL PROVVEDIMENTO di sequestro porta la a firma del Procuratore Mario Spagnuolo e del sostituto Filomena Aliberti. Gli accertamenti, partiti dalla voragine di gennaio, hanno previsto anche numerose analisi chimiche da parte dell’Arpacal e che avrebbero evidenziato una situazione di grave criticità della rete fognaria del capoluogo, caratterizzata da significative quantità di reflui fognari che non arrivano alle piattaforme depurative ma che vengono sversati direttamente nei corsi d’acqua (da dove raggiungono poi le acque costiere) e sul suolo.
Le numerose analisi disposte dalla Procura hanno, inoltre, fatto emergere il superamento dei limiti di concentrazione di Escherichia Coli e la presenza, significativa e fuori parametro, di metalli pesanti, tra cui il mercurio ed il ferro.
Nel provvedimento vengono, pertanto, contestati una serie di reati ambientali, che vanno dallo scarico di reflui fognari non depurati in corsi d’acqua naturali o direttamente sul suolo, alla violazione dolosa delle disposizioni di legge in materia di tutela delle acque, del suolo, del sottosuolo, al danneggiamento ed al getto pericoloso di cose.
Quello che sottolineano gli inquirenti, inoltre, è che Il fenomeno di grave deterioramento del sistema fognario, interagisce con movimenti franosi e con la debolezza di un territorio “il cui assetto idrogeologico - spiegano - appare piuttosto compromesso, per come già emerso in precedenti indagini svolte dalla Procura, che hanno portato, peraltro al sequestro della strada di collegamento tra la Provinciale per Triparni e Viale della Pace, nella zona in località Cancello Rosso (l’operazione “Red Gate”) ed al sequestro della Tangenziale Est” del capoluogo.
Nell’ambito dell’indagine, su disposizioni della Procura, la Guardia di Finanza sta procedendo ad acquisire presso il Comune di Vibo Valentia di documenti e notizie per verificare le modalità di impiego dei fondi da stanziati dalla Regione per gli interventi di adeguamento e di manutenzione della rete.
Nel disporre il sequestro, i magistrati hanno riconosciuto la facoltà d’uso delle strutture sottoposte a vincolo ed hanno nominato il Sindaco di Vibo quale amministratore giudiziario del sistema, con l’incarico di attivarsi per realizzare le “prescrizioni” dettagliatamente riportate nel decreto e finalizzate a porre fine alle criticità.
(Aggiornata alle 14:30)