Referendum. Il Coraggio di Cambiare invita i cittadini a votare SI

Vibo Valentia Attualità

"Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?” è questa la domanda a cui si deve rispondere.

Anche la sezione vibonese de "Il coraggio di cambiare l'Italia", invita la cittadinanza tutta a recarsi alle urne Domenica 17 aprile 2016, dalle ore 7 alle ore 23, dove i cittadini italiani sono chiamati a votare per il “referendum sulle trivellazioni”, ovvero la consultazione popolare che chiede l’abrogazione del comma 17 dell’articolo 6 del decreto legislativo 152 del 3 aprile 2006 sulle norme in materia ambientale.

Tutto ciò per esercitare il diritto-dovere di voto allo scopo di raggiungere il quorum partecipativo senza il quale la proposta referendaria non sarebbe approvata, e permettere dunque, ai cittadini italiani di decidere fattivamente sul quesito proposto.

Sopra ogni cosa, il coordinatore provinciale, Francesco Antonio Fusca, ritiene errato ogni invito alla diserzione, che provengono da diversi ambienti politici avversi ad una convinta partecipazione popolare.

Inoltre, aggiunge Fusca:"Se al referendum del 17 aprile vincesse il SI, entro circa 10 anni le concessioni verrebbero a scadere e quindi l’attività estrattiva dovrebbe cessare. Con il Sì non si elimina la possibilità di proroga: ci sarebbe la cessazione nel giro di alcuni anni delle attività attualmente in corso, tra cui quelle di Eni, Shell e di altre compagnie internazionali.

Quindi, il CDC Vibo Valentia, si schiera a favore del "SI", ritenendo che l’esigua produzione che deriverebbe da una mancata abrogazione, non costituisca assolutamente una valida motivazione per continuare a mettere a rischio il delicato equilibrio dei nostri mari e del nostro ecosistema, che dovrebbe invece rappresentare la vera ricchezza del nostro paese.

Una vittoria del Sì inoltre, avrebbe un effetto politico e simbolico ben più forte dello specifico referendario. Spingendo la politica a fare quei passi verso le energie rinnovabili che in altri paesi europei sono stati fatti negli anni passati e che in Italia sono al palo, o quasi.