Platania: Angela Villella alla Scuola per la famiglia sul bullismo
Nell’ambito del progetto “Scuola per la famiglia”, promosso dalla parrocchia San Michele Arcangelo di Platania ed inserito nel percorso di formazione per le famiglie dei ragazzi prossimi alla cresima, si è svolto, nell’aula magna dell’Istituto Valentino De Fazio, un interessante incontro con la psicologa platanese Angela Villella su “Il fenomeno del bullismo”.
Dopo il saluto del parroco don Pino Latelli, la dottoressa Villella, alla presenza del comandante della locale Stazione Carabinieri maresciallo Giorgio Carafa, ha intrattenuto i ragazzi e i genitori spiegando i vari problemi legati in particolare alla situazione degli adolescenti nel contesto scolastico ed extra-scuola che presenta tante difficoltà: dal bullismo alle nuove tecnologie elettroniche, dallo spaccio della droga ai rischi del consumo di alcool. "Ci sono problemi - ha detto tra l’altro Angela Villella - che rimangono nascosti, continuando a produrre vittime che usano il silenzio come impotente difesa. Ma è proprio questo silenzio – ha ammonito la Villella - a rendere possibile il perpetuarsi del problema.
Il bullismo non sfugge a questa regola. Il bullismo da sempre condanna l’elemento che è portatore di una differenza come elemento di stigmatizzazione: si pratica il bullismo per ignoranza, collusione, complicità. Ma – si è chiesta l’esperta psicologa - che cos’è il bullismo? Un’oppressione, psicologica o fisica, ripetuta e continua nel tempo, perpetuata da una persona o da un gruppo “più potente” nei confronti di un’altra persona percepita come “più debole”. Il fenomeno desta preoccupazione non solo per la sua ampiezza, ma anche per le conseguenze negative sia sulle giovani vittime e sia che sui bulli e gli osservatori.
"Attualmente – ha proseguito la Villella - non parlerei di bullismo, ma di bullismi a cominciare dalle violenze fisiche, verbali per arrivare ad una forma di bullismo più subdolo: il cyber bullismo». Entrando nel vivo del tema la dottoressa Villella ha sottolineato l’importanza del ruolo degli organi preposti nella educazione delle nuove generazioni. "Genitori, insegnanti educatori e la società non possono ignorare questi “segni di violenza” perché dietro c’è sempre un messaggio da decifrare. Agli adulti – ha spiegato la relatrice - spetta il compito di leggere e tradurre questi segnali in codice, missione ardua ma non impossibile se riusciamo a dare valori di bellezza, di giustizia, uguaglianza e condivisione". Dopo un partecipato dibattito, la psicologa Angela Villella ha terminato l’incontro spronando i ragazzi, nelle situazioni di disagio, di violenza e di prepotenza di bulli o cyberbulli, "ad avere di coraggio di spezzare il silenzio sul quale punta chi fa loro del male o li offende» e richiamando le famiglie «a lavorare, nel campo educativo, in sinergia con la Chiesa, la Scuola e gli enti preposti".