Vincenzo Salemme entusiasma il Rendano
Tutto esaurito, sul palco del Teatro A. Rendano, sabato e domenica scorsi, per la commedia campione di incassi “Sogni e bisogni-Incubi e risvegli” di e con Vincenzo Salemme. Evento patrocinato dall’amministrazione comunale di Cosenza e organizzato da un gruppo di operatori del mondo dello spettacolo locale: Enzo Noce, Giuseppe Citrigno e Gianluigi Fabiano. Sul palco del Teatro A. Rendano 12 appuntamenti all’insegna del divertimento e del puro spettacolo. Prosa, commedie e tanta musica questi gli ingredienti del cartellone ideato da “L’AltroTeatro”.
Lunghi applausi e tante risate per l’esilarante comicità di Salemme in “Sogni e bisogni” spettacolo attesissimo del cartellone firmato da “L'AltroTeatro”. Un gradito ritorno a Cosenza per Vincenzo Salemme che ripropone nella “Stagione teatrale 2015/2016” una commedia amatissima dal suo pubblico. Il commediografo napoletano - vincitore in passato del Premio Totò e del Premio Vittorio Gassman - dimostra il suo valore a tutto tondo come autore, regista e attore di un testo teatrale che tratteggia con toni surreali la crisi economica e la perdita dei valori della nostra società. Il protagonista, Rocco Pellecchia, un anonimo e scialbo impiegato, la mattina di Ferragosto si rende conto che il suo membro virile lo ha abbandonato e si è concretizzato in un'entità autonoma che vuole essere chiamata con l'appellativo di “Tronchetto della felicità”.
Si avvia così una paradossale situazione in cui il 'tronchetto'-Salemme, in una sorta di monologo, interrotto solo da gustosi siparietti con gli altri personaggi, esterna le sue frustrazioni in riflessioni “tra il serio e il faceto” sulla vita, gli amici, evoca ricordi della giovinezza spensierata coll'intento di scuotere Rocco dalla sua apatia. Salemme tratteggia gag esilaranti di pura improvvisazione che si susseguono senza respiro, in uno spettacolo che rinnova e rende omaggio alla grande commedia napoletana. Salemme, anche questa volta, si è buttato a capofitto nei dialoghi improvvisati con il pubblico, è sceso in platea abbandonandosi a un botta e risposta con gli spettatori che si sono lasciati coinvolgere prendendo parte e diventando anche loro personaggi della commedia.
Una girandola di colpi di scena in cui Salemme veste i panni del “tronchetto”, alter ego di Rocco, voce della coscienza, il “cuore” che sagacemente per Salemme negli uomini “si trova un po' più in basso: nei pantaloni”. “Non possiamo che andare verso il futuro – è un sorriso arrendevole quello di Salemme – noi cinquant'enni abbiamo vissuto in un'epoca più semplice da comprendere. Avevamo la gioia di lasciare la nostra casa, il nostro condominio, il quartiere in cui eravamo nati alla volta del mondo. Un viaggio misterioso che ci entusiasmava. Ora, è cambiato tutto. Cosa lasciamo ai nostri figli? Solo la paura di affrontare il mondo, gli impediamo di saltare nel buio, di scoprire il loro futuro” così chiude la sua irresistibile commedia Salemme. Tutto questo raccontato con il ritmo della farsa per lasciare il passo, in alcuni passaggi, alla moderna commedia napoletana.
“Sogni e bisogni – incubi e risvegli” scritto, diretto e interpretato da Salemme è una commedia dall’umorismo acuto, estremamente partenopea, un'ora e mezza in cui si ride e si riflette, senza mai essere volgare nonostante il protagonista: un pene. E’ ferragosto: Rocco Pellecchia controlla le bollette alla ricerca di soluzioni ancor più strategiche per risparmiare su luce, gas e telefono. Un impiegato annoiato, senza obiettivi né ambizioni, moglie al mare con i figli, si alza ogni mattina alle 6:15 per andare al lavoro con l’autobus delle 6:21. C’è qualcuno che però decide di ribellarsi al carattere e allo stile di vita di Rocco: il suo pene, interpretato da Salemme. Inspiegabilmente si stacca dal corpo e decide di andarsene. Rocco si vede rimproverato dal proprio “tronchetto della felicità”. Minacciato da un “lui irriverente”, definito come “l’inquilino del piano di sotto”, Rocco deve fare i conti con il bisogno di dover tornare a sognare, a desiderare qualcosa che lo faccia sentire ancora vivo. Un taglio definitivo con la vita da “mediano” che lo ha intrappolato nella solitudine e nell'incapacità di dialogo con i propri figli .