Pd di Amantea, iscritti discutono il Documento Programmatico

Reggio Calabria Politica

"C’è un momento per osservarsi e studiarsi, un momento per discutere e confrontarsi, un momento per decidere e per determinarsi. Nei dieci mesi, da quando il Partito Democratico ad Amantea è rinato –senza dubbio alcuno –c’è stata una palese manifestazione di volontà per dare senso ad ognuno di questi momenti".

E' quanto scritto nel documento programmatico discusso nell'assemblea degli iscritti del PD di Amantea.

"Deci mesi di attività -continua il documento - rispetto ai quali è necessario presentare un consuntivo per evidenziare quali sono stati i risultati raggiunti e quali invece no. Se c’è un errore –infatti - che la politica non deve fare, è ignorare la realtà, non mettendo a nudo debolezze, fragilità, criticità. Crediamo che le vicende del Partito Democratico debbano necessariamente sovrapporsi a quelle della città. Ciò significa assumere la capacità di farsi interpreti non solo della rappresentazione degli interessi diffusi,ma anche del sentimento comune che aleggia nella nostra comunità senza rinunciare –perché sarebbe una gravemancanza - ad offrire una visione programmatica di ampio respiro, capaci di affrontare il tema del benessere collettivo".

"Sono trascorsi alcuni mesi da quando - alla presenza dell’On. Enza Bruno Bossio, e dopo alcuni incontri di rito che non hanno prodotto significativi risultati - ci siamo ritrovati al fine di avviare un confronto vero tra Partito e amministrazione comunale, con l’obiettivo di produrre sinergie e benefici per la nostra città. Purtroppo, bisogna rilevare che - nonostante la reciproca manifestazione di intenti - nulla è cambiato. Anche le lettere contenenti alcuni spunti programmatici, nonché osservazioni concernenti metodo democratico, partecipazione e gestione del presente non hanno ricevuto riscontri".

"In questo quadro, è giusto rilevare gli incontri avuti sul tema specifico del Lungomare con l’assessore Sergio Tempo. Appuntamenti che si sono svolti in un clima di confronto e di dialogo e che – nonostante le difficoltà emerse negli ultimi tempi relative all’ottenimento del finanziamento per l’opera –hanno prodotto punti di incontro, per molti aspetti non distanti dagli auspici del Comitato civico sorto tempo addietro a sostegno dell’opera. Di queste discussioni riteniamo necessario sottolineare il metodo che ne emerso: è prevalsa, infatti, non una difesa a prescindere, bensì un dialogo vero, in alcuni tratti anche aspro,ma che ha consentito di mettere in discussione tutto per poter giungere a visioni mediate e condivise. Un modello che, se replicato, in generale avrebbe sicuramente prodotto maggiori risultati in favore della città".

"Questo, è quello che è mancato. Bisogna, infatti, rilevare il fatto che - specificatamente per ciò che concerne il momento del confronto tra gruppo dirigente del Partito ed amministrazione comunale, e delle determinazioni che seppur parziali dovevano esserci –davvero nulla si è modificato in merito alle prospettive della città e dei cittadini. E’ una evidenza feroce –e tale non può che essere –rispetto ad un obiettivo chiaramente non colto. Quella che poteva rappresentare una opportunità per la città, si è infatti rivelata sotto una veste fatta di paralisi, stagnazione, immobilismo. E’un’amara considerazione che costringe –allo stato attuale - il Partito, a sentirsi distante dall’azione amministrativa cittadina. Semplicemente per il fatto che, rispetto alle questioni oggetto delle determinazioni da parte della maggioranza in carica, il Partito non ha potuto concretamente incidere".

"Sarebbe stato utile un confronto sin da subito sulle opere prioritarie per la città, sulla visione strategica complessiva, sulle politiche in favore degli ultimi, sulla promozione turistico-culturale. Sarebbe stato vantaggioso discutere il Documento Unico di Programmazione. Avrebbe avuto senso affrontare il tema dei processi partecipativi e democratici. Ma tutto ciò non è avvenuto. Conseguentemente, ed è forse superfluo ribadirlo: se un soggetto non viene chiamato a partecipare alle scelte, poi non può far proprie tali decisioni. Questo vale sia per le cose positive, ma anche per quelle che non vanno rispetto alle quali un Partito serio a quel punto deve rivendicare anche il sacrosanto diritto di critica".

"Se c’è una cosa che tale esercizio riflessivo non vuole fare è individuare vittime e carnefici, bensì prendere atto di quanto avvenuto. E discutere in Assemblea deve servire ad analizzare presente e recente passato, ad offrire una soluzione alle tante difficoltà, ma anche ad individuare le cause delle criticità evidenziate. La città soffre. Non ritorniamo sulle ovvie criticità-tagli ai trasferimenti statali, vincoli del patto di stabilità interno, crisi economica - calate nel contesto locale dalle difficili congiunture nazionali ed internazionali, rispetto alle quali il Partito già ha detto. Viviamo in un periodo in cui avvertiamo una forte apprensione per il futuro. Al difficile contesto globale, infatti, si unisce l’insofferenza dei cittadini ormai stanchi di una politica che non riesce a dare risposte decise e convinte alle istanze provenienti dai territori".

"Abbiamo assistito, in questi mesi, ad un governo della città incapace di aggredire i problemi, assai timido nel definire un’adeguata e credibile proposta politica e amministrativa. La mancata realizzazione dei punti più interessanti del programma della lista Rosa Arcobaleno, infatti, ha aumentato la percezione di questo futuro incerto sancendo uno scollamento tra la città e l’amministrazione comunale. Riteniamo che le principali sofferenze si registrino proprio nella realizzazione di quelle politiche che rappresentano i principali riferimenti ideal-programmatici del Partito Democratico, cui già prima si è fatto cenno. Solo l’affermazione di tali principi e valori e la loro traduzione in atti programmatici, infatti, possono identificare una amministrazione come governo del Partito Democratico".

"Gli albergatori fanno i conti con grandi difficoltà, i commercianti soffrono, i cittadini si sentono più precari e insicuri, i nostri luoghi simbolo –dal Centro storico al porto turistico, dal Campus Temesa al Lungomare - non decollano. Il risultato è la messa in discussione del nostro sentiero di sviluppo, del nostro modello economico come pure del nostro sistema sociale: un cappio che stringe alla gola la città. L’impressione è che la perla che rappresentava la città si sia rintanata nel suo guscio e che non riesca più ad esprimere il proprio valore, la propria bellezza e le potenzialità".

"Una realtà dinnanzi alla quale non ci si deve nascondere e con la quale bisogna fare i conti. La città ci guarda, e più volte ci siamo chiesti –tentando di dare una risposta all’interrogativo con fatti e azioni –di che Partito la nostra comunità abbia bisogno. Il congresso cittadino nello scorso mese di giugno, la riapertura del Circolo e l’elezione degli organi direttivi del Partito Democratico hanno riacceso la determinazione e l’impegno di tanti militanti ed amici che credono fermamente che è ancora possibile la costruzione di una città più giusta, più equa, e maggiormente virtuosa. Rispetto a questa tensione critica ed a questa forte motivazione e necessità di intenti, il Partito Democratico non vuole venire meno. E i dieci trascorsi, sono stati mesi di intenso lavoro".