Ic “don Bosco” e “MiPiAci” in campo per le nuove sfide educative

Vibo Valentia Attualità

Oltre cento docenti hanno aderito al primo dei quattro seminari promossi dall’Istituto comprensivo “don Bosco” di Vibo Valentia in collaborazione con l’associazione di psicologi e psichiatri "MiPiAci". L’appuntamento, realizzato nell’aula magna dell’Istituto, ha rappresentato la concretizzazione di un progetto nato dal lavoro sinergico tra la dirigente scolastica Domenica Cacciatore e il presidente del sodalizio vibonese Bruno Pisani.

Al centro, le dinamiche relazionali che incidono sulla formazione dei giovani. Inoltre, durante il seminario, tenuto dal presidente della "MiPiAci" Bruno Pisani, neuropsichiatra infantile e terapeuta familiare e da Ferraro Maria Tiziana, operatrice della comunicazione, sono stati trattati temi di stretta attualità: l’uso indisciplinato dello smartphone, la paura di confrontarsi con l’altro, il rapporto scuola-famiglia, il senso delle regole.

Un percorso molto apprezzato dagli insegnanti, i quali hanno espresso il bisogno di favorire la nascita di una comunità educante territoriale, per combattere il deserto valoriale cui sono immersi i ragazzi. Sull’importanza di favorire il dialogo tra il mondo scuola ed il territorio, si è incentrato il contributo della preside Cacciatore, soddisfatta per gli ottimi risultati registrati nel primo appuntamento: «Da parte dell’Istituto – ha affermato la preside – c’è tutta la volontà di proseguire in iniziative simili, coinvolgendo anche le famiglie, a partire dal prossimo ciclo scolastico».

Argomenti approfonditi dallo stesso Pisani: «Se la famiglia costituisce la prima scuola di vita e di relazione - ha rimarcato - la scuola coopera ed integra il lavoro di competenze comunicative iniziato dai genitori». Nelle relazioni e nella gestione della propria emotività, i ragazzi incontrano le maggiori difficoltà: «La scuola - ha continuato il presidente Pisani - rappresenta per un genitore il giusto contesto in cui apportare il proprio contributo circa i modelli educativi con cui promuovere lo sviluppo dei figli, per sottrarli dalle mode consumistiche di cui sono vittime». Nei confronti della classe docente, inoltre, è opportuno che tutta la società adotti una mentalità inclusiva «per non lasciarli soli ad affrontare senza l’adeguato supporto le sfide educative dei nostri tempi».

In questo contesto i centri di formazione divengono una grande famiglia, un luogo di crescita in cui riconoscersi ed integrarsi. Uno spazio che possa rappresentare, nella testimonianza di valori solidali, una delle certezze dell’oggi. E proprio in quest’ottica, associazioni e scuola possono cooperare con successo. I seminari alla “don Bosco” ne sono un valido esempio.