Incontro sull’area grigia, il Prefetto Musolino all’Accademia del tempo libero
L’innesco di un percorso virtuoso di rinascita della società civile sul tema del recupero della tensione morale e della solidarietà sociale. Questo lo scopo dell’incontro organizzato dall’Accademia del Tempo Libero di Reggio Calabria. Il tutto è passato attraverso la presentazione de “L’area grigia”, un saggio scritto a quattro mani dal Prefetto Franco Musolino, ora capo dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, e da Pasquale Romeo, docente di Psichiatria all’Università di Bari.
Le riflessioni degli autori hanno costituito il punto di partenza per il riesame delle coscienze e per una revisione critica dei comportamenti che dovrebbero portare il cittadino ad abbandonare condotte rinunciatarie e indurlo a riappropriarsi del potere di cambiare gli scenari di vita utilizzando come supporto esclusivamente le Istituzioni democratiche. Ciò può e deve avvenire da subito con effetti validi anche a lungo termine e con la prospettiva di offrire un servizio alle future generazioni. All’incontro dibattito gli autori hanno avuto modo di raccontare le ragioni dell’opera e la storia originale della sua realizzazione che si è sviluppata attraverso un fitto dialogo tra il Prefetto, che era stato trasferito a Genova, e il giovane Psichiatra.
E’ stato molto interessante anche l’ascolto dei contenuti veri e propri dell’opera, sentiti dalla viva voce degli autori. E' parso altresì apprezzabile l'ottimo lavoro editoriale che ha saputo individuare nel dipinto di Magritte una eccellente immagine per la copertina. L’incontro ha potuto arricchirsi delle testimonianze e delle impressioni di due uomini anch’essi appartenuti alle Istituzioni e cioè di Aldo Festini, già Dirigente superiore della Polizia di Stato e Pietro Mafrici, già Direttore dell’Ufficio provinciale dell’INPS di Reggio Calabria. Il sostituto Procuratore Stefano Musolino è poi intervenuto portando i saluti del Procuratore Cafiero De Raho e offrendo ulteriori spunti di riflessione agli spettatori. Interessanti anche gli interventi del geologo Enzo Pizzonia, dell’avvocato Giuseppe Romano, della giovane docente Tiziana Biondi, del docente Sebastiano Pontari; fondamentale poi l’apporto dell’assessore alla legalità della Provincia e Sindaco di San Procopio, Eduardo Lamberti Castronuovo.
Il Coordinamento generale è stato della socia Eugenia D’Africa che ha riassunto poi in tre punti i risultati della ricca serie di indicazioni date dai relatori come ricetta per la risoluzione del problema. Il primo punto è la presa di coscienza del fatto che non servono eroi ma seri operatori che svolgano la loro attività con giornaliero impegno; il secondo è la presa di coscienza dell’importanza del principio di reciprocità e dell’applicazione delle due regole universali: quella aurea (“Fa per gli altri quello che vorresti fosse fatto per te”) o, almeno, di quella argentea, più facile da attuare (“Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”); il terzo è la richiesta rivolta alla magistratura di tempi rapidi e pene certe e commisurate, comminate nel rispetto dello stesso cittadino, senza clamori mediatici che, sollecitando reazioni emotive incontrollabili, tendono a sminuire gli effetti anche didattici. L’evento era inserito tra le manifestazioni previste dagli “Stati generali della Cultura”, fortemente voluti dall’assessore Lamberti. Inutile confermare che attraverso l’organizzazione dell’evento, l’Accademia del tempo libero si augura di poter contribuire a realizzare l’obiettivo degli autori sintetizzato nella frase del Procuratore Pignatone:
“La posizione di Musolino e Romeo è chiarissima: bisogna creare una «reazione per esprimere un sussulto di rabbia, elemento principe per cambiare” una società malata che a volte si è tentati di considerare "normale", cambiando l'atteggiamento, tipicamente calabrese, per cui “aspettiamo continuamente Godot, come nella commedia di Beckett, in maniera perversa e immobile, negando le cose positive già fatte e sottolineando solo quelle negative”. E, soprattutto, “questo non è un lavoro che possa darsi in appalto» né alla magistratura, né alle forze di polizia né a nessun altro; esso compete direttamente all'intera società.”