Baciamano al latitante, Prefetto: aberrante, ma lo Stato non gliela darà vinta
L’arresto, venerdì scorso, del latitante Giuseppe Giorgi ha provocato un “unanime, diffuso e corale apprezzamento per l’intelligente e professionale lavoro che la Procura di Reggio Calabria e l’Arma dei Carabinieri hanno svolto attraverso mirate attività d’indagine”.
Commenta così la cattura del super latitante il prefetto del capoluogo dello Stretto Michele di Bari sottolineando come si sia arrivati a rintracciarlo dopo una ricerca serrata e “non priva di difficoltà” che si è protratta per l’intera notte nell’abitazione di Giorgi, a San Luca.
“Lo Stato - ha ribadito il rappresentante di Governo - ha ancora una volta mostrato la sua determinata capacità di assicurare alla giustizia un malavitoso condannato a decine di anni di reclusione, mettendo così fine a una pericolosa latitanza. E bene hanno fatto gli uomini e le donne in divisa – prosegue - a festeggiare ed abbracciarsi per questa ulteriore sfida vinta”.
“In coloro – dice Di Bari - tanti reggini si sono immedesimati per esprimere la convinta solidarietà nei confronti di rappresentanti dello Stato che inorgogliscono un territorio ed una comunità che merita nella quotidianità il giusto, rapido riscatto dalle innumerevoli angherie, illegalità degli uomini della ‘ndrangheta”.
Poi il Prefetto torna sull’ormai noto “baciamani” avvenuto subito dopo la cattura del ricercato definendo il gesto “un aberrante codice comportamentale, proprio dell’efferata organizzazione criminale”
“Un gesto servile e abbietto – aggiunge - che ha palesato il volto di coloro che spudoratamente intendono calpestare le leggi e il valore della democrazia. Non l’avranno vinta perché – ribadisce Di Bari - i reggini si rivedono e si compenetrano con gli abbracci e l’esultanza degli uomini e delle donne in divisa per una vittoria a lungo meditata e nottetempo conseguita”.