‘Ndrangheta, sequestrati i beni al cognato di “U capra”

Reggio Calabria Cronaca

Imprenditore edile con forti legami di parentela con una delle più importanti cosche di ‘ndrangheta della Locride, i Romeo, detti “staccu”. È il genero del defunto Sebastiano Romeo (cl. 1931), presunto boss della locale di San Luca; cognato di Antonio Romeo (61 anni) detto “Avvocaticchio”, già latitante, cognato di Antonio Pelle (57) sorvegliato speciale ritenuto affiliato all’omonimo clan dei “Gambazza”.


Parliamo di Francesco Stipo, 44enne di San Luca: il 2 giugno scorso quando, dopo una lunga latitanza, fu arrestato, il cognato Giuseppe Giorgi, (56 anni), alias “U Capra”, elemento di spicco dell’omonima consorteria, in casa del 44enne furono ritrovati 160 mila euro, in banconote di vario taglio e nascoste in una intercapedine ricavata in una parete.

Qualche anno prima, nel 2007, all’interno dello stabile dove risiede, fu scoperto invece un bunker probabilmente utilizzato da esponenti della cosca durante la loro latitanza.

A carico dell’uomo, così, soggetto già “noto” per i suoi numerosi precedenti penali e ritenuto contiguo alla cosca Romeo, è scattato ieri un sequestro di beni mobili, immobili e prodotti finanziari, per un valore stimato di circa due milioni di euro, tra cui anche i 160 mila euro ritrovati a giugno.

Stipo, oltre alle parentele con tutti i soggetti elencati, vanta anche un curriculum criminale definito dagli inquirenti “di rilievo”: fu arrestato nell’ambito dell’operazione della Dda reggina denominata “Italia Che Lavora” per associazione di tipo mafioso, frode in pubbliche forniture ed illecita ingerenza in appalti pubblici. Nel 2014, inoltre, è stato condannato a quattro anni di reclusione per illecita concorrenza con violenza o minaccia aggravata dall’aver agevolato organizzazioni di tipo mafioso e per aver utilizzato il metodo mafioso.

Oltre al denaro e ad una serie di conti correnti, libretti di deposito, titoli, azioni, obbligazioni e quote azionarie riconducibili sia all’imprenditore che alla famiglia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno apposto i sigilli anche a diversi beni mobili e immobili oltre alla sua impresa edile. Stipo è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza.