San Luca. Appalti condizionati dalla ‘ndrangheta, undici arresti
I Carabinieri di Reggio Calabria e Locri stanno eseguendo - da stamani all’alba - un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone, fra le quali anche imprenditori, considerati appartenenti e contigui alla 'ndrangheta nella sua articolazione territoriale della cosiddetta "Locale di San Luca", che opera appunto nel comune di San Luca, nel reggino, e nei territori limitrofi. L’ordinanza è stata emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
NEL BLITZ, una persona, è sfuggita alla cattura ed è tutt’ora ricercata. Gli arrestati dovranno rispondere dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso in illecita concorrenza con minaccia o violenza, aggravata dall'aver favorito un sodalizio di tipo mafioso, frode nelle pubbliche forniture e furto di inerti.
L'OPERAZIONE, denominata "Italia che lavora", parte da un’indagine del 2005 avviata dai militari di San Luca ed in cui sono confluite le risultanze di altre precedenti importanti operazioni: "Crimine", "Reale", "Saggezza", "Metano a San Luca", che avrebbero consentito di documentare l’attività della cosiddetta "locale" di San Luca nel condizionare l'aggiudicazione e l'esecuzione degli appalti pubblici banditi nel comune reggino, tra l’altro stato sciolto per infiltrazione mafiosa nel maggio 2013. L'ultimo Sindaco di San Luca è stato arrestato a dicembre per associazione mafiosa.
h 11:30 | Gli arresti sono stati eseguiti dai militari del Gruppo Carabinieri di Locri, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” di Vibo Valentia e dei Comandi dell’Arma territorialmente competenti a San Luca, Benestare, Vibo Valentia e Lanciano (CH).
Si tratta di 11 ordinanze di custodia cautelare (di cui 9 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della DDA reggina, nei confronti di altrettante persone (6 delle quali già detenute per altra causa).
L’operazione ha consentito di accertare l’appartenenza alla “locale” di San Luca di 3 imprenditori edili del luogo, i quali, unitamente ai rimanenti indagati, hanno posto in essere atti di concorrenza sleale volti al controllo o comunque al condizionamento dell’aggiudicazione e dell’esecuzione degli appalti pubblici banditi in quel centro.
In particolare, attraverso il monitoraggio di 9 appalti pubblici banditi dal Comune di San Luca, dalla Provincia di Reggio Calabria e dalla Regione Calabria per opere da eseguirsi in quel centro per un ammontare complessivo di 5,5 milioni di euro, è stato documentato l’accaparramento, diretto od indiretto, mediante atti di concorrenza sleale volti al controllo o comunque al condizionamento dell’aggiudicazione e della successiva esecuzione dei lavori.
In sintesi, gli indagati hanno stretto un accordo collusivo mirante - attraverso la fraudolenta predisposizione di offerte e/o attraverso rapporti di sub-appalto (lecito o illecito) dei lavori – all’imposizione esterna della scelta delle ditte destinate ad aggiudicarsi gli appalti o comunque a eseguire, di fatto, i lavori sulla base di una logica spartitoria dettata dagli equilibri mafiosi esistenti nel territorio di San Luca tra il 2005 ed il 2009.
Inoltre, in relazione ad uno degli appalti oggetto di monitoraggio, a quattro indagati sono stati contestati i reati di furto e frode in pubbliche forniture, avendo gli stessi, nel corso dell’esecuzione di un’altra opera pubblica che il “cartello” di imprese oggetto di indagine era riuscito ad accaparrarsi, impiegato materiale inerte, precedentemente asportato illecitamente da una fiumara, di tipo espressamente escluso dal capitolato speciale d’appalto per i lavori di consolidamento, perché vietato in quanto non soggetto a controlli di qualità.
Destinatari dei provvedimenti:
Francesco Mammoliti, 65 anni, allo stato detenuto presso la casa circondariale di Lanciano (Ch); Antonio Cosmo, 40, San Luca; Domenico Cosmo, 53 anni; Giuseppe Cosmo, 37 anni; Domenico Costanzo, 41 anni, San Luca; Antonio Cosmo, 67 anni, sottoposto agli arresti domiciliari a Benestare; Francesco Cosmo, 55 anni, San Luca, sottoposto agli arresti domiciliari; Antonio Nirta, 58 anni, attualmente detenuto presso la casa circondariale di Vibo Valentia,
Il primo capo cosca, i restanti “Accoscati” alla ‘Ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca Mammoliti alias “Fischiante”; Domenico Pelle, 39 anni, detenuto presso la casa circondariale di Vibo Valentia, Contiguo Alla ‘Ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca Pelle alias “Gambazza”; Francesco Stipo, 65 anni, San Luca; Antonio Stipo, 31 anni, San Luca, imprenditori, rispettivamente, padre e figlio, entrambi contigui alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca Romeo alias “Staccu”.