Appalti SS 106 in mano alla ‘ndrangheta: i nomi degli arrestati

Reggio Calabria Cronaca

Alcuni dirigenti della società "Condotte d'acqua" ed il direttore dei lavori Anas per l'ammodernamento nel Reggino della strada statale 106, arrestati questa mattina nell'ambito dell'operazione "Bellu lavuru", erano consapevoli delle infiltrazioni mafiose negli appalti ed avevano consentito ad una ditta, secondo gli inquirenti emanazione del cartello formato dalle famiglie Morabito-Bruzzaniti-Palamara di Africo, di continuare a fornire calcestruzzo nonostante una segnalazione della Prefettura che li informava del pericolo di infiltrazioni mafiose. In manette sono finiti il direttore dei lavori dell'Anas, Vincenzo Capozza, di 55 anni, di Locri (Reggio Calabria); il capo cantiere della Societa' Italiana per Condotte d'Acqua, Pasquale Carrozza (50), di Melito Porto Salvo; un impiegato amministrativo di cantiere di Condotte, Rinaldo Strati (50), di Siderno; il direttore di cantiere di Condotte Antonino D'Alessio (33), di Vico Equense (Napoli); il project manager di Condotted'Acqua, Sebastiano Paneduro (51), di Catania; il direttore tecnico di Condotte d'Acqua Cosimo Claudio Giuffrida (57), di Catania. Secondo le accuse degli inquirenti, i funzionari, per favorire gli interessi economici della ditta I.M.C. di Costantino Stilo, ritenuta vicina ai clan, non avevano estromesso l'azienda dall'appalto dopo la segnalazione della Prefettura, del 30 agosto 2007 che, invece, avrebbe dovuto portare all'estromissione immediata dell'impresa sulla base del protocollo d'intesa sottoscritto dalla stazione appaltante e dalla società appaltatrice con la Prefettura. L'estromissione ha avuto luogo solo il 12 novembre 2007, quando la Società Italiana per Condotte d'Acqua , in seguito ai rilievi della commissione prefettizia, ha comunicato all'impresa fornitrice che, ai sensi della clausola risolutiva espressa inserita nella scrittura privata, la risoluzione del rapporto in essere non era più suscettibile di alcuna deroga.

Altri arrestati: Giuseppe Altomonte, 53enne di Bova Marina; Giovanni Cilione, 33enne di Bova Marina, detto “Caciuto”; Antonio Clarà, 48 anni di Santa Severina (KR), imprenditore, titolare dell’omonima ditta individuale; Pietro D’Aguì, 46 anni di Bova Marina (socio della D’Aguì Beton S.r.l.); Domenico Dattola, 29enne residente a Bova Marina (autista della D’Aguì Beton S.r.l.); Giuseppe Fortugno, 38 anni di Melito di Porto Salvo; Gerardo La Morte, 28enne residente a Bova Marina (dipendente della D’Aguì Beton S.r.l.); Luca Mancuso, 28enne residente a Palizzi Marina (geometra della ditta Clarà, responsabile di cantiere per la predetta ditta nell’appalto pubblico della variante di Palizzi); Geremia Maviglia, 37 anni di Africo (operaio, caposquadra della Condotte nell’appalto pubblico della variante di Palizzi), attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Catania; Giuseppe Morabito, 77 anni, detto “tiradritto”, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Parma; Antonino Nucera, 49enne residente a Bova Marina; Carmelo Palamara, 49 anni di Bova Marina (autista della D’Aguì Beton S.r.l.); Leonardo Giovanni Stelitano, 31 anni di Condofuri (dipendente della D’Aguì Beton S.r.l.); Pietro Stilo, 28 anni di Bova Marina (dipendente della D’Aguì Beton S.r.l.); Raimondo Salvatore Zappia, 76 anni residente ad Africo Nuovo (socio della IMC di Stilo Costantino S.n.c.).

Tutto doveva passare per le mani della criminalità organizzata, persino la cancelleria utilizzata negli uffici. Questo, grazie ad una fitta rete di rapporti e complicità, con le collusioni che, secondo gli inquirenti, chiamerebbero in causa i responsabili, per i lavori sotto osservazione, della Società Italiana per Condotte d'Acqua Spa e dirigenti dell'Anas (entrambe le società hanno negato qualsiasi connivenza con la criminalità, con l'Anas che ha anche annunciato la richiesta di costituzione di parte civile e la sospensione dei dipendenti coinvolti). In particolare, i riscontri investigativi hanno permesso di evidenziare i comportamenti anomali che avrebbero avuto Vincenzo Capozza, direttore dei lavori dell'Anas nella variante ss 106 di Palizzi; Pasquale Carrozza, capo cantiere della Società Italiana per Condotte d'Acqua; Rinaldo Strati, amministrativo di cantiere della società appaltatrice; Antonino D'Alessio, direttore di cantiere della società appaltatrice; Sebastiano Paneduro, project manager della società appaltatrice; Cosimo Claudio Giuffrida, direttore tecnico della società appaltatrice. Sarebbero stati loro, sempre secondo gli inquirenti, a favorire gli interessi economici delle ditte vicine alle consorterie, al punto da fare proseguire la fornitura di calcestruzzo nonostante la Prefettura avesse riscontrato delle anomalie. Tutto questo, in una condizione di assoluto assoggettamento, al punto che la 'ndrangheta avrebbe deciso le assunzioni di maestranze e si sarebbe potuta permettere anche l'utilizzo di materiali scadenti che avrebbero messo in serio pericolo la sicurezza delle strutture