Colossale truffa ad Inps e Inail: oltre 240 sequestri, in 350 rinviati a giudizio

Cosenza Cronaca

Gli investigatori l’hanno definita una “colossale truffa” al sistema previdenziale ed assistenziale nazionale che ha portato al sequestro di beni, a carico di 242 indagati, per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro


242 decreti di sequestro preventivo ai fini della confisca obbligatoria anche per equivalente: sono stati emessi dal Tribunale di Castrovillari, su richiesta della Procura diretta dal Procuratore Eugenio Facciolla, ed eseguiti dalla Guardia di Finanza di Sibari nei confronti di altrettanti soggetti che sono indagati poiché si ritiene abbiano beneficiato indebitamente di indennità di accompagnamento, previdenziali ed assistenziali.

Il sequestro, del valore stimato in oltre 2,1 milioni di euro, ha riguardato beni mobili, immobili, disponibilità finanziarie e quote societari. In particolare si tratta di 120 terreni, 83 unità abitative, 2 locali commerciali, 101 autovetture, 13 motoveicoli.

I finanzieri, per giungere al provvedimento, hanno eseguito complessi accertamenti analitici, anche di natura finanziaria e patrimoniale, che avrebbero consentito di identificare tutti gli effettivi indebiti beneficiari delle indennità ed individuare i singoli beni mobili o immobili e le disponibilità finanziarie da sottoporre a sequestro.

La fase esecutiva, che ha visto convolti anche i Reparti del Corpo competenti territorialmente, è stata caratterizzata dall’esecuzione nel complesso di quasi 150 trascrizioni presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari; altre 74 presso il PRA; varie notifiche nelle Camere di Commercio; 350 sequestri presso istituti bancari o presso le Poste Italiane, oltre alla notifica dei provvedimenti nei confronti di ogni singolo indagato.

Le Fiamme Gialle, già nell’ottobre dell’anno scorso, nell’ambito dell’operazione denominata “Easy Allowance”, avevano eseguito 11 misure cautelari nei confronti di soggetti che erano ritenuti responsabili di aver commesso una serie di reati per percepire direttamente o far ottenere a terzi, le indennità pensionistiche, previdenziali ed assistenziali erogate dall’Inps di Castrovillari e dall’Inail di Napoli.

LA TRUFFA ALL’INPS DI CASTROVILLARI

I delitti ai danni dell’Istituto di previdenza del cosentino, si riferirebbero a 615 pratiche di pensione “illegittime”, e sarebbero caratterizzati dalla fittizia attribuzione ai beneficiari della qualità di erede dell’avente diritto. Secondo la tesi degli inquirenti, gli indagati avrebbero duplicato pratiche vere o già esistente relative alle rate di pensioni maturate e non riscosse (Il cosiddetto R.M.N.R.); il beneficiario in tal senso si sarebbe dichiarato, appunto, come erede del soggetto che ne avrebbe avuto il diritto. In altri casi si sarebbe creata ex novo una pratica di R.M.N.R. che riguardava persone decedute e delle quali non era stata mai accertata alcuna richiesta di invalidità civile. Ed ancora, si sarebbero attribuite le qualità di erede universale predisponendo ed utilizzano dei falsi atti testamentari opportunamente inseriti nei relativi fascicoli cartacei. Infine, si sarebbe direttamente inserito dei dati nel sistema informatico dell’Inps, senza la previa creazione di una pratica cartacea.

In tutte le condotte comunque, l’erogazione indebita delle indennità si sarebbe ottenuto inserendo dei dati nel sistema telematico dell’Istituto di previdenza utilizzando la matricola di accesso dell’indagato principale, responsabile dell’ufficio liquidazioni dello stesso ente pubblico ed oggi arrestato.

“Le condotte truffaldine – spiegano gli investigatori della Gdf - risultano tutte precedute dalla strumentale falsificazione della documentazione attestante i requisiti legittimanti, rilevata a seguito di accertamenti condotti dai finanzieri presso:

gli uffici anagrafe dei comuni interessati; dove attraverso la documentazione acquisita è stata accertata l’insussistenza dei rapporti di parentela indicati nelle istanze, nonché la falsità della certificazione prodotta a supporto; i distretti sanitari competenti; dove attraverso l’esame dei verbali di visita medico-legale collegiale, è stata appurata l’inesistenza dello stato di invalidità legittimante l’erogazione delle indennità in argomento, ovvero qualora esistente, l’indicazione del relativo termine di decorrenza artatamente posticipato, al fine di ottenere l’erogazione di una indennità maggiore di quella spettante; vari studi notarili dove è stata constatata l’inesistenza degli atti testamentari prodotti a corredo delle istanze di erogazione delle indennità”.

LA TRUFFA ALL’INAIL DI NAPOLI

Con riferimento, invece, alle presunte truffe scoperte ai danni dell’Inail, relative alle indennità percepite da 22 operatori marittimi risultati anagraficamente inesistenti, la maggior parte di esse sarebbe stata eseguita immettendo direttamente i dati nel sistema informatico dell’Istituto, in assenza di qualsiasi documentazione giustificativa.

Si tratta, in tal caso, di falsi certificati medici, falsi documenti d’identità, ed estremi di conti correnti bancari on line, accesi tramite promotori finanziari autorizzati e riferiti a soggetti “falsi”, per la cui accensione sarebbero stati utilizzati altrettanti falsi documenti di identità.

L’inserimento di questi dati nel sistema informatico, necessario per consentire la liquidazione delle indennità e la loro successiva erogazione a favore dei soggetti beneficiari, sarebbe stata eseguita da un dipendente dell’Istituto, già addetto all’ufficio pensioni dello stesso ente ed oggi sottoposto ai domiciliari.

Di fondamentale importanza nelle indagini si sono poi rivelati i complessi e paralleli accertamenti bancari svolti dai finanzieri di Sibari, che hanno interessato circa 500 conti correnti, libretti a risparmio e mandati di pagamento, con il conseguente interessamento di oltre 30 istituti finanziari. L’analisi trasversale di tutta la relativa documentazione acquisita, oltre a individuare gli effettivi beneficiari indebiti delle indennità, avrebbe permesso, tra l’altro, di rilevare l’utilizzo da parte del sodalizio di 51 conti correnti bancari, di fatto intestati a soggetti inesistenti; ciò allo scopo di incassare, veicolare e polverizzare i proventi derivanti dalle frodi e, sostengono i militari, con l’intento di rendere più difficoltoso la ricostruzione dell’effettivo flusso finanziario”.

L’intera attività investigativa ha consentito, nel tempo, di segnalare alle Autorità Giudiziarie competenti 12 soggetti, tra l’altro per i reati di associazione a delinquere e truffa; altri 22 (anagraficamente inesistenti), per concorso in truffa e 447 soggetti per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e concorso in truffa.

Eseguiti inoltre due fermi di indiziato di delitto nei confronti di altrettanti soggetti e disposti dall’A.G. di Castrovillari (CS); 11 misure cautelari personali, di cui una in carcere, quattro agli arresti domiciliari e sei di obbligo di presentazione alla P.G.; il sequestro preventivo di beni, finalizzato alla confisca anche per equivalente, sino alla concorrenza del valore complessivo di circa 7 milioni di euro, disposto, nel tempo, dalle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Castrovillari, Cosenza, Paola e Lamezia Terme; il sequestro conservativo di beni, a carico dell’indagato principale, fino alla concorrenza dell’importo complessivo di 4,5 milioni, disposto dalla Procura Regionale della Corte dei Conti (Sezione Giurisdizionale per la Calabria di Catanzaro).

Al termine dell’intera attività investigativa, la Procura di Castrovillari (CS) ha rinviato a giudizio oltre 350 persone come indebiti beneficiari delle indennità.