Alla Fiera della Ronza la grande bellezza dell’agricoltura calabrese
Ritorno alla terra, soprattutto delle nuove generazioni. Innovazione e rete dei sindaci. Marcatori identitari, ricettività diffusa e paese albergo. Tutela della montagna e investimento sulla biodiversità. Educazione alimentare nelle scuole e bio-economia. Sovranità alimentare e zootecnia. Agricoltura, forestazione e presenza umana nei centri dell’entroterra per evitare abbandono e spopolamento. Etichettatura trasparente, storytelling e guerra senza se e senza ma all’italian sounding food. Trasformazione, mercati e efficacia e qualità della nuova programmazione comunitaria.
Sono state, queste, le parole chiave del secondo partecipato momento di dibattito nella tre giorni della 552esima Fiera della Ronza di Campana che, quest’anno, per la prima volta ha ospitato al suo interno, il Villaggio Slow Food con le sole eccellenze agroalimentari di tutta la regione (oltre 60), dal Pollino allo Stretto. Grande successo di pubblico. Qualità assoluta delle produzioni ospitate. Importanza del messaggio trasmesso alla Regione Calabria dal cuore della Sila Greca: impossibile perdere l’ultimo treno delle risorse europee per investire strategicamente sullo sviluppo eco-sostenibile dei nostri territori, con l’agricoltura al centro dell’unica economia possibile per questa terra.
Grande soddisfazione ha espresso il Sindaco del piccolo centro montano di Campana, Agostino Chiarello, per un risultato straordinario ed un impegno del comune (che egli guida da un anno) che va ben oltre le capacità e le risorse umane ed economiche locali. “Resta preziosa la sinergia con i colleghi del territorio – ha detto – e gli auguri ricevuti dal Ministro dell’Agricoltura Martina sono per noi un riconoscimento ed un incoraggiamento di cui andiamo fieri. Il mio augurio – ha aggiunto – è duplice: che la mia comunità comprenda, apprezzi e condivida fino in fondo questa sfida; e che già nelle prossime settimane si possa organizzare con la Regione Calabria la 553 edizione 2017. Perché – ha chiosato – da soli non possiamo farcela.E
Tanti gli interventi ed i contributi, coordinati da Lenin Montesanto, fiduciario della Condotta Slow Food Pollino – Sibaritide e Arberia. Da Giuseppe Iannuzzi, direttore generale di Confagricoltura Calabria che ha insistito sulla necessità di sensibilizzare ad una nuova cultura del cibo entrando nelle scuole a Ranieri Filippelli (Coldiretti Calabria) per il quale bisogna riportare i consumatori ad assaporare il territorio; da Nicodemo Podella, presidente CIA Calabria che ha sottolineato l’importanza di arrivare ad una etichettatura chiara e trasparenze a Mimmo Bevacqua, presidente della commissione regionale ambiente e territorio, che è ritornato sulla tutela ed il rilancio della montagna come leva strategica per uno sviluppo sostenibile. Nutrita la partecipazione dei sindaci dal crotonese al Pollino, impegnati nella valorizzazione dei propri marcatori identitari agroalimentari: da Rosanna Mazzia (Roseto, Città delle Ciliegie) per la quale è un dovere identificare i prodotti distintivi del territorio, sia quelli primi che derivati a Mario Caruso (Cirò, Città del Vino e del Calendario) che ha sottolineato l’importanza di collegare, in termini di marketing territoriale, i marcatori agroalimentari con quelli culturali; dalla consigliere comunale Eliana Bruno (Civita, modello di riferimento della ricettività diffusa e di presenza straniera costante durante l’anno) al Sindaco Franco Mundo intenzionato a costruire sull’arancio biondo tardivo una efficace azione di rete tra produttori e city marketing per Trebisacce; da Pasquale Abenante (Umbriatico, terra della podolica con un terzo dell’intera produzione di tutta la provincia di Crotone, la più importante della Calabria) per il quale politica ed istituzioni non si sono occupate in passato di zootecnia a Luigi Stasi che ha rilanciato l’urgenza di riportare la presenza umana per contrastare lo spopolamento nella Sila Greca rilanciando al tempo stesso la proposta di individuare dei presidi slow food tra le produzioni d’eccellenza di quest’area che è la più arretrata della Sila. Sono intervenuti anche Mario Albino Gagliardi, sindaco di Saracena, Paese del Moscato Passito (Presidio Slow Food) che ha esortato a legiferare per impedire il dilagare dell’uso dell’olio di palma ed ha parlato di colpevole disattenzione dell’intera classe politica sui temi della sovranità alimentare e del cibo buono, pulito e giusto. – Prima uscita ufficiale anche per la neo Sindaco di Cariati Filomena Greco che ha sottolineato come migliorare la ricettività vada di pari passo con la valorizzazione dei prodotti e l’attenzione istituzionale sugli attrattori identitari e turistici. – Interessante la testimonianza e la proposta dell’economista Lilia Infelise sulla biofibra estratta dalla ginestra calabrese. – A concludere il confronto sono stati Mauro D’acri, consigliere regionale delegato all’agricoltura e Nicodemo Oliverio membro della commissione agricoltura della Camera dei Deputati.