Lamezia, Gianturco: “52% dei lametini è disoccupato. Urge sostegno”
“Il 52% dei lametini è disoccupato, mentre l'80% dei lavoratori stranieri residenti a Lamezia lavora regolarmente. Nonostante questi dati preoccupanti, l'amministrazione nel bilancio di previsione 2016 prevede zero euro nelle politiche giovanili e nei settori fondamentali del lavoro. Invito il sindaco Mascaro a modificare il previsionale". A rendere noti questi preoccupanti dati è il consigliere comunale Mimmo Gianturco.
“Dopo un attento studio relativo al tasso di disoccupazione presente nella nostra città – afferma Gianturco – abbiamo riscontrato dei dati allarmanti: più del 52% dei lametini è disoccupato, con incidenza maggiore nei giovani di età compresa tra i 16 e 40 anni. Su 55.889 lametini, solo 26.771 lavorano regolarmente, mentre sono ben 29.110 i lametini che sognano un lavoro. Per sopperire ad una situazione così disastrosa, urgono interventi politici mirati alla crescita occupazionale. La decisione della giunta comunale di non investire soldi sulle politiche giovanili, sull'agricoltura, sull'artigianato, sulle politiche del lavoro e sulla formazione professionale è assurda. Ho chiesto ufficialmente al sindaco di prevedere fondi per queste missioni nel bilancio di previsione 2016”.
“In questo scenario degradante - incalza il leader regionale di CasaPound Italia – emerge un ulteriore dato sconvolgente: più dell’80% degli immigrati regolari residenti a Lamezia Terme risulta essere occupato. Ad oggi su un totale di 4.826 immigrati regolari, ben 4.029 lavorano. Questi dati preoccupano maggiormente se si pensa che nel 2015 il tasso di natalità a Lamezia Terme è stato bassissimo; inoltre, nel 2015 sono quasi 700 i lametini che si sono trasferiti fuori città. Una buona amministrazione non può e non deve rimanere inerme dinnanzi a tutto ciò, bisogna attuare politiche occupazionali dando priorità agli italiani. Non è vero che ci sono lavori che gli italiani non vogliono più fare, non facciamoci fregare da questa falsa retorica radical chic, ci sono piuttosto condizioni salariali e sindacali che gli italiani non posso più accettare. Si tratta di una scusa utile soltanto a chi cerca manodopera a basso costo da sfruttare a danno dei troppi disoccupati lametini. È tempo di dare risposte certe alla nostra gente – conclude - Il lavoro? Prima agli italiani”.