Graziano: viabilità basso jonio, chiesto intervento urgente della regione
Viabilità interna, nel basso Jonio cosentino continua a persistere una delle condizioni di disagio più vergognose della Calabria. Da oltre dieci anni le principali strade di collegamento che mettono in connessione il comune di Scala Coeli con la frazione di San Marello e con la Statale 106 ed il Comune di Cariati con l’entroterra della Sila sono chiuse perché interessate da frane e smottamenti. Di cui nessuno, la Provincia di Cosenza in primis, titolare delle arterie, si è preoccupato di rimettere in sesto, nonostante le numerose segnalazioni da parte degli Enti locali e dei cittadini. Una situazione paradossale che sta determinando lo spopolamento e l’impoverimento di un’area già di per sé condizionata dall’arretratezza infrastrutturale e da una condizione di dissesto idrogeologico grave, contro la quale non si riescono ad assumere provvedimenti concreti e risolutivi.
È, questa, la denuncia del Segretario questore del Consiglio regionale Giuseppe Graziano che nei giorni scorsi, insieme ad una rappresentanza del comitato civico guidato da Nicola Abbruzzese ha effettuato un sopralluogo sulla Provinciale 260 (ex Statale 108 Ter) e sulla Provinciale 200, entrambe insistenti nel territorio del basso Jonio cosentino, costatando le gravi criticità e i disagi a cui sono costrette le popolazione del comprensorio, poste al centro di un’interrogazione consiliare rivolta al Presidente Oliverio. Con la quale si chiede l’intervento tempestivo della Regione Calabria per ripristinare la viabilità sulle due strade.
"Se qualcuno – dichiara Graziano - vuole rendersi conto e toccare con mano gli effetti dell’inefficienza dell’apparato pubblico e di tutte quelle fasi commissariali che in Calabria non hanno prodotto nulla, può farsi una passeggiata nel territorio di Scala Coeli – Cariati. Dove da circa un decennio i cittadini di quell’area, ad alta vocazione agricola, per sopravvivere, sono costretti quotidianamente a transitare “abusivamente” su strade chiuse a causa di frane e smottamenti, a loro rischio e pericolo. E questo perché quei percorsi sono gli unici che mettono in connessione l’entroterra con le più importanti vie di comunicazione. Da quanto risulta, la Provincia di Cosenza, non più nelle condizioni di gestire bilanci di spesa per effetti della riforma Delrio, nei mesi scorsi ha trasmesso alla Regione Calabria un progetto di massima che riguarda la Provincia 260 Cariati-San Giovanni in Fiore per essere inserito nei prossimi finanziamenti regionali. Mentre il Comune di Scala Coeli è destinatario di un finanziamento per il dissesto idrogeologico in capo all'Ufficio del Commissario straordinario per il dissesto idrogeologico in Calabria, di cui ad oggi non si ha alcuna traccia. Ecco perché – precisa ancora il Segretario questore - ho chiesto al presidente Oliverio di fare luce, nel più breve tempo possibile, su questa situazione di totale stasi, considerata l’alta criticità che riveste la problematica in quest’area del basso Jonio cosentino, ma che soprattutto il Governo regionale intervenga tempestivamente affinché vengano stanziati gli opportuni finanziamenti per il ripristino delle strade".
"L’auspicio – rimarca Graziano – è che la questione, improcrastinabile, non venga rinviata alle calende greche e si affronti con tempestività. Al contrario di quanto succede, purtroppo, nella prassi del Governo regionale. Che per rispondere alle interrogazioni dei Consiglieri regionali impiega, nella media, circa dieci mesi. Senza per di più dare riscontri concreti alle istanze dell’assemblea. Così come è accaduto per un’interrogazione relativa sempre al rischio di dissesto idrogeologico, nell’area ionica cosentina e più in generale nel territorio calabrese, presentata nell’agosto scorso, prima degli eventi calamitosi che hanno interessato la Sibaritide prima e la Locride successivamente, ed alla quale – conclude - l’assessore Musmanno ha dato riscontro solo agli inizi di questo mese. Senza dare riferimenti concreti su quanto la Regione intenda fare per arginare il fenomeno e accentuando, di fatto, le nostre preoccupazioni".